giovedì 16 dicembre 2010

Nucleare: mentre Formigoni dorme, i giovani del Pd hanno le idee chiare sul futuro


I Giovani Democratici della Lombardia e dell’Emilia Romagna saranno a Viadana (MN) domenica 19 dicembre insieme a sindaci, associazioni e cittadini, per dire NO all’ipotesi di centrale nucleare.
Vasco Errani, Presidente della Regione Emilia-Romagna: «Solo la green economy come via per uscire dall’attuale crisi».

Decisi a difendere il proprio territorio. Con questo spirito i Giovani Democratici della Lombardia e dell’Emilia Romagna saranno a Viadana (MN) domenica 19 dicembre, dalle ore 10, insieme agli amministratori locali, associazioni, comitati e cittadini.
I democratici under 30 del Nord hanno organizzato una manifestazione nella cittadina al confine con il Reggiano, che figura tra i luoghi dove potrebbe sorgere una centrale nucleare, per dire un NO deciso e motivato al ritorno del nucleare in Italia.
I giovani del Partito Democratico sostengono che gli investimenti sulla ricerca sono l’unica strada per sviluppare sistemi sicuri ed efficienti per la produzione dell'energia e il risparmio energetico è l’unico obiettivo per il rispetto dell'ambiente e il miglioramento delle condizioni di vita di tutti i cittadini.
«Condivido e sostengo l’iniziativa dei Giovani Democratici – dichiara Vasco Errani, Presidente della Regione Emilia-Romagna -. Non siamo e non saremo mai favorevoli all’installazione di una centrale nucleare nella nostra Regione e in Lombardia. Siamo contrari al nucleare di terza generazione che, come hanno dimostrato ormai dal punto di vista scientifico tantissimi eccellenti centri internazionali, presenta problemi serissimi in ordine di sicurezza e costi». «Dobbiamo puntare sull’economia verde – prosegue il Presidente -, sul risparmio e l’efficienza energetica e sulle fonti alternative, per dare all’Italia uno sviluppo sostenibile e duraturo nel tempo. La green economy, dunque, come via per uscire dall’attuale crisi, un’economia intelligente perché è tale un’economia che fa sviluppo riducendo al minimo il consumo delle risorse finite. Complimenti ai ragazzi per il loro impegno su temi così importanti per il futuro del nostro Paese».
La manifestazione, organizzata in collaborazione con il Partito Democratico, conta già sull’adesione di Legambiente, Coldiretti, Energia felice, Comitato H2O, Cia, e vedrà l’arrivo di un corteo nella piazza di Viadana, dove prenderanno la parola Maurizio Martina (Segretario regionale PD Lombardia) e Stella Bianchi (Responsabile Nazionale Ambiente del Partito Democratico).
Presenti anche gli amministratori locali del territorio (molti sindaci con la fascia tricolore), rappresentanti delle associazioni e dei comitati locali.
«Diciamo NO al nucleare – spiegano Silvia Gadda, Segretaria dei Gd Lombardia, e Giuseppe Bufalino, esperto delle tematiche ambientali per i giovani del PD – perché inutilmente costoso, quando gli stessi soldi potrebbero essere investiti da subito su energie rinnovabili e il loro potenziamento nel territorio nazionale.»

Purtroppo il Presidente della Lombardia Roberto Formigoni, ha assunto un atteggiamento opportunista e servile verso il Governo nazionale su questi temi. La prospettiva di una centrale nucleare in Lombardia, e, in particolare a Viadana, è assurda. Ancora più sorprendente è l’atteggiamento del  Presidente Formigoni che non muove un dito per smentire o prendere una posizione netta contro il nucleare in Lombardia».
Tra i partecipanti alla manifestazione di domenica anche uno dei simboli storici della battaglia antinucleare: il famoso trattore agricolo Super Landini, fabbricato negli anni Trenta e protagonista di molte manifestazioni ecologiste nel corso dei decenni.

domenica 12 dicembre 2010

11 DICEMBRE - CON L'ITALIA CHE VUOLE CAMBIARE

Oltre 200 Giovani Democratici della Lombardia erano presenti ieri alla manifestazione a Roma!
E' stata una bellissima giornata, fatta di critiche e proposte, di giovani e meno giovani. Due cortei che hanno sfilato per le vie di Roma con il sorriso sulle labbra perché si sentiva ancora l'emozione e la passione di chi crede che possiamo dare una svolta all'Italia, che possiamo superare questo momento politicamente triste e agganciare un cambiamento mai come in questo momento necessario.
Noi c'eravamo e ci saremo. Le maniche le abbiamo già rimboccate, siamo pronti a cambiare l'Italia insieme!

mercoledì 8 dicembre 2010

11 DICEMBRE - CON L'ITALIA CHE VUOLE CAMBIARE

 Un appuntamento importante per far sentire la nostra presenza attiva nel Paese e per ribadire con forza che questo governo è fermo da tempo e Berlusconi è ora che rassegni le dimissioni.
Il ritrovo è alle 11.00 in piazza della Repubblica a Roma!
Sarà un'occasione per far sentire che i giovani in politica ci sono e non sono tutti raccomandati o soubrette, per conoscere i Gd di tutte le altre regioni d'Italia, per fare gruppo tra giovani delle nostre province lombarde.

giovedì 2 dicembre 2010

PES COUNCIL 2010

Si è aperto oggi a Varsavia il Pes Council 2010, il maggior organo politico del Partito Socialista Europeo, che si tiene a Varsavia dal 2 dicembre fino al 4.
Nonostante il freddo pungente, con la temperatura massima ben al di sotto dello zero, siamo pronti a cominciare i nostri lavori!
La giornata è stata dedicata, in particolare, al tema della governance economica dell’Europa; durante le due sessioni di lavoro è emersa con chiarezza la necessità di rivedere l’economia attuale del nostro continente, a partire dalla spesa pubblica europea, da finanziare attraverso una tassazione delle rendite finanziarie e l’emissione di titoli europei.
La giornata politica si è conclusa con il toccante intervento del premier greco George Papandreou, che ha sottolineato come la sinistra abbia ancore un’etica delle responsabilità contrapposta all’etica dell’austerità solo sbandierata delle destre europee.
Infine abbiamo partecipato ad un ricevimento offerto dal presidente del nostro gruppo al Parlamento Europeo, Martin Schulz!

Per tutte le info, i documenti e gli approfondimenti: www.pes.org/renew

venerdì 26 novembre 2010

Studenti in rivolta. Slitta il voto del DDLGelmini

Studenti, ricercatori, docenti in rivolta contro il DDL Gelmini. Pacifici, innovativi, liberi, determinati. Lo sappiamo, c'eravamo. Checché ne dica Emilio Fede nel suo telegiornale, diventato ormai un bollettino di regime dove la realtà dei fatti è cormai un fastidioso problema.
Già in campo da settembre con iniziative, scioperi e proposte, le Università moltiplicano le iniziative in vista dell'approvazione del DDL Gelmini inizialmente prevista oggi alla Camera, e  ormai slittata a martedì  30 novembre mentre il Governo va allo sbando sulel sue stesse proposte.
L'attacco al sistema universitario e delle ricerca statale non aveva mai raggiunto un livello cosi alto in un quadro del Paese profondamente instabile da un punto di vista politico. L'Italia è tra i Paesi che in Europa ha investito di meno in formazione e ricerca negli ultimi decenni. La riforma della Gelmini stabilizza i tagli (oltre 1 miliardo di euro) e non dà alcuna prospettiva ai ricercatori e studenti.

La protesta a Milano

Ieri sera sono stato sul tetto della Facoltà di Fisica dell’Università degli Studi di Milano - racconta Pier Maran, consigliere comunale di Milano -  insieme a militanti del Partito Democratico, per esprimere solidarietà agli studenti ed ai ricercatori che protestano contro il DDL Gelmini.
Questa protesta, che sta crescendo in tutta Italia, riguarda in maniera decisiva la nostra città, sede di alcune delle università più importanti del Paese. Solo all’Università degli Studi di Milano sono iscritti oltre 56mila studenti, al Politecnico 35mila.
A tarda ora abbiamo trovato sul posto diversi ricercatori. In loro si percepisce Leggi tutto >>

la protesta in Lombardia: Brescia, Pavia, Milano

In Lombardia mobilitazioni a Pavia, Brescia e a Milano. 
Andrea Curcio, senatore accademico e responsabile Università dei Giovani Democratici di Brescia, commenta il DDL Gelmini e rilancia con le proposte dei Giovani Democratici "Come studenti ci rendiamo conto che sia necessaria una riforma del sistema, e pertanto chiediamo che questa venga fatta in modo serio e competente. Chiediamo quindi che venga data maggior importanza alla democrazia interna mettendo in atto una serie di provvedimenti che rendano sostanziale, oltreché formale, la possibilità per gli studenti di far sentire la propria voce. Diciamo No ad una riforma che dichiarandosi contro i clientelismi e contro i baronati, ne aumenta a dismisura il potere lasciando il CdA degli Atenei completamente nelle mani del Rettore. Chiediamo un insegnamento di qualità, dove ricerca e didattica vengano svolti con serietà e in serenità senza ricercatori costretti a fare anche un ruolo di docenza che non gli compete a causa della mancanza di personale docente di prima e seconda fascia. Un insegnamento di qualità che dev'essere per tutti, come afferma l'art. 34 della nostra costituzione, e quindi giusto premiare il merito, ma questo non deve avvenire a discapito e a spese del diritto allo studio, che già oggi senza tagli versa in una situazione grave e deficitaria dove secondo statistiche nazionali circa il 35% degli studenti aventi diritto non può usufruire di una borsa di studio a causa della mancanza di fondi”.

mercoledì 24 novembre 2010

25 novembre - giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Alle volte è talmente incredibile che stentiamo a crederci noi stesse. Poi  cerchi lavoro e ti chiedono se e quando avrai intenzione di fare figli. E a fine mese il tuo stipendio è più basso del tuo pari livello maschio. E avere un bambino che entra all'asilo alle 8.30 per la tua azienda è un peso insormontabile invece che un normale fatto della vita. Poi ti accorgi che dare un giudizio sulla taglia del tuo reggiseno o la forma del tuo fondoschiena è scontato, mentre a te non verrebbe mai in mente di parlare in pubblico della taglia del pene di un collega maschio. E sai benissimo che se sei arrivata da qualche parte, la maggior parte delle persone pensa che se ci sei arrivata sarà perché sei andata a letto con qualche maschio.  E in effetti, molti uomini la pensano così: i tuoi favori erotici in cambio di un lavoro o di un posto di potere o di un favore. E se non ci stai, la vita si fa molto più complicata. A volte, talmente complicata che iniziano le persecuzioni, o la violenza psicologica si trasforma in quella fisica. 
La violenza è la prima causa di morte o invalidità permanente delle donne tra i 14 e i  50 anni. Più del cancro. Più degli incidenti stradali. Le vittime - soprattutto tra i 25 e i 40 anni - sono in numero maggiore donne laureate e diplomate, dirigenti e imprenditrici, donne che hanno pagato con un sopruso la loro emancipazione culturale, economica, la loro autonomia e libertà. Lo dice l'Istat.
Una realtà cruda, violenta. Tanto più cruenta perché mascherata, taciuta, sminuita. Una violenza che va di moda. Che spesso chi subisce è il primo a riprodurre. Una violenza che non ha parte politica, perché a parole tutti la rinnegano, ma nei fatti la sua pratica è trasversale.
I Giovani Democratici della Lombardia pensano che a questa violenza sia necessario dire basta. Che non sia un tema di donne e da donne, ma un tema di tutte le persone che hanno a cuore il rispetto degli altri, che non accettano l'idea di un mondo fatto di persone di serie a e di serie b, perché le persone, pur nelle loro differenze, meritano uguali diritti, che pensano che essere genitori è una responsabilità delle mamme e dei papà, ma anche una ricchezza per tutta la società, poiché la tiene in vita e la innova
Pensaci.

lunedì 22 novembre 2010

22 novembre 2010, Sciopero nazionale della cultura

Sapere e cultura sono un diritto delle persone, perché è un diritto di ogni essere umano imparare a conoscere i propri limiti e i propri punti di forza, avere gli strumenti e gli stimoli per mettere a frutto le proprie potenzialità, poter migliorare le proprie competenze e vivere al megliol apropria vita.
Sapere e cultura sono una risorsa per l'Italia. Sono pilastri fondamentali per costruire una società coesa, pacifica, aperta, perché ci insegnano ad essere persone libere, aperte all'innovazione, autorevoli nelle nostre idee ma consapevoli del valore delle differenze, responsabili nelle nostre scelte verso noi stessi e verso gli altri.
Sono il motore dello sviluppo, perché significano creatività e capacità di innovare, disponibilità ad adattarsi ad ambienti nuovi e a trasformare gli imprevisti in occasioni, coraggio di rischiare e imprendere, disegnando il presente e il futuro.
Il Governo pensa che di tutte queste cose l'Italia non abbia bisogno.
Noi pensiamo di sì.
Vogliamo per tutti gli uomini e le donne del mondo la possibilità di costruirsi una vita libera, autonoma, ricca e vissuta in pace. Una vita che valga la pena di essere vissuta. E ci lavoriamo tutti i giorni.

venerdì 19 novembre 2010

I Giovani Democratici (PD) partecipano a Young, il salone dell'orientamento a Erba

Si apre oggi Young, orienta il tuo futuro a LarioFiere Erba. Si tratta di un nuovo e stimolante appuntamento dedicato all’orientamento giovanile in campo scolastico, universitario e professionale. Una reale occasione per scegliere il proprio percoso professionale e di studio, con un'attenzione anche al piano delle attività extra-scolastiche e del volontariato.
I Giovani Democratici di Como saranno presenti con uno stand informativo sabato 21 novembre dalle 10.00 alle 22.00 e domenica 22 novembre dalle 10.00 alle 18.00 per far conoscere la ricchezza e l'importanza del volontariato politico e sociale.

giovedì 18 novembre 2010

Partigiani della Conoscenza, Costruttori di Libera

Il sistema saperi in Italia è in crisi, i tagli che si susseguono in tutto il comparto sono riusciti a ridurre in uno stato di disperazione le scuole italiane. "Ieri 17 novembre” afferma la segretaria regionale GD Silvia Gadda ,“i Giovani Democratici insieme alla Federazione degli Studenti e alle associazioni universitarie studentesche hanno promosso manifestazioni in tutta la Lombardia per denunciare la politica sciagurata del governo contro il sistema della scuola e dell'università pubbliche in Italia. Ora il percorso prosegue con tante idee per la Scuola che vorremmo
Presto sarà pronta una Proposta di Legge targata GD sui saperi e il diritto allo studio."

Reportage dalla città senza diritti. Il diario dei GD di Brescia sulla protesta per i diritti degli immigrati.( Parte II)

Lo scontro frontale si ha lunedì 8, quando dopo ripetute cariche ai manifestanti il presidio viene spostato centro metri più indietro e l’accesso diretto a via San Faustino e alle vie laterali completamente bloccato. Questa mossa, a mio parere irresponsabile, ha un triplice (voluto?) risultato: in primo luogo isolare i ragazzi della gru -nel frattempo rimasti in sei- che in preda alla furia scagliano rifiuti di ogni tipo verso i poliziotti e i pompieri, secondariamente inasprire gli animi dei manifestanti legittimando prese di posizione più muscolose da parte della Prefettura e della Questura e infine creare ancora più disagio alla popolazione bresciana aumentandone lo sdegno.                                       
Creare vuoto materiale e spirituale: l’esatto opposto di come si dovrebbe agire in questi casi.

La diocesi, i sindacati e lo stesso Pd proseguono sulla linea della mediazione, così che venga sì rispettata la legge ma che i diritti umani non vengano calpestati e in modo da favorire una discussione seria e aperta che garantisca diritti e doveri di tutte le parti. Là sotto la gru sembra invece il “tutti contro tutti”, la fiera delle strumentalizzazioni. I leghisti che avevano promesso la lotta dura contro gli immigrati non hanno saputo creare altro che tensione sociale e ora sbraitano e berciano contro i migranti e «i soliti comunisti», mentre altre realtà sfruttano il dramma per i propri interessi di visibilità e favoriscono la cultura dell’illegalità.
Lunedì 15 è stato trovato l’accordo e gli ultimi due migranti sono scesi tra gli applausi degli astanti, ma a quando una nuova gru?

Reportage dalla città senza diritti. Il diario dei GD di Brescia sulla protesta per i diritti degli immigrati.( Parte I)

Per diciassette freddi giorni novembrini Brescia è rimasta con il fiato sospeso. Come nei libri gialli l’orologio si ferma all’ora del delitto, così la città si è bloccata intorno a quella gru all’imbocco di via San Faustino, dove dieci migranti hanno deciso di asserragliarsi nella disperata lotta per la regolarizzazione.
Da subito è chiaro che la situazione è delicatissima: in una città che conta un’altissima percentuale di stranieri, basterebbe poco per scatenare una battaglia delle banlieues. Gli immigrati si battono contro la “sanatoria truffa” e chiedono a gran voce il permesso di soggiorno per tutti. Per i primi giorni un nutrito gruppo di sostenitori si raccoglie sotto la gru, supportando i ragazzi asserragliati a trenta metri d’altezza che rifiutano ogni tipo di mediazione loro offerta.
Una settimana di incertezza e relativa immobilità sfocia nella manifestazione di sabato 6 novembre, indetta dalle associazioni di migranti e da “Diritti per tutti” che si rifà ai centri sociali, e che vede accorrere numerose persone. Moltissimi immigrati, parecchi italiani che partecipano a titolo personale, tra cui molti studenti e famiglie, e qualche bandiera politica di estrema sinistra. Viene fortunatamente ritirata la contromanifestazione leghista “della brava gente onesta” minacciata dal vicesindaco Rolfi, che avrebbe creato pericolosissime tensioni. La manifestazione si svolge in maniera pacifica, tra canti e balli e famiglie con i passeggini. Impressionanti gli occhi dei migranti colmi di fiducia, speranza e commozione quando il corteo fa tappa davanti alla gru: segno che in quella lotta disperata credono davvero, che come recitano i cartelli sono “tutti sulla gru”.
Intanto il clima in città si fa sempre più teso: passeggiando per le vie del centro non si sente parlare di altro.  I bresciani stanno dando segno di insofferenza, i commenti arrabbiati o semplicemente razzisti ormai si sprecano, così come le frasi fatte dei vecchietti sulle panchine e delle siure bon ton che asseriscono «tutti abbiamo i nostri problemi. E poi una volta venivano uno a uno, adesso ci stanno invadendo».

martedì 16 novembre 2010

Meno bamboccioni, più autonomia? Il Governo si sbrighi a fare quattro cose semplici

Gli ultimi dati sullo stato dei giovani italiani, ci raccontano di giovani sono sempre più famiglia-dipendenti e sottolineano come più è alta la dipendenza dalla famiglia di origine e meno sia la capacità di proseguire i progetti autonomamente (vedi http://www.repubblica.it/economia/2010/11/15/news/patucchi_inchiesta-9120145/?ref=HREC1-5).

giovedì 11 novembre 2010

IL 17 NOVEMBRE SCENDIAMO IN PIAZZA


Da settant’anni il 17 novembre è una data internazionale di mobilitazione degli studenti.
17 novembre 1939: centinaia di giovani cecoslovacchi che si opponevano alla guerra furono arrestati e uccisi dai nazisti. Nel 1941 alcuni gruppi di studenti in esilio, gli stessi che avrebbero poi costituito il nucleo dell'International Union of Students, decisero che il 17 novembre sarebbe diventato l'International Students Day, la giornata internazionale di mobilitazione studentesca. 
Il 17 Novembre del 1973 un carro armato abbatté il politecnico di Atene per reprimere la rivolta studentesca contro la dittatura militare.
Il 17 Novembre 1989 in Cecoslovacchia la commemorazione del '39 divenne l'inizio della rivolta contro il regime.

Anche quest’anno in Italia sfileranno diversi cortei.
A Milano il corteo partirà da Largo Cairoli alle 9.00!

La nostra presenza vogliamo farla sentire! Vogliamo far capire che noi oggi siamo studenti, ma domani saremo classe dirigente!
Dobbiamo denunciare che oggi non si investe più su di noi, anzi sentiamo continuamente parlare di tagli alla scuola, alle università e alle borse di studio.

Dobbiamo denunciare che oggi quando entriamo nel mondo del lavoro ci sentiamo calpestati… contratti di stage per mesi, contratti a tempo determinato per anni, poche garanzie, poche tutele, poco interesse.
Andiamo in piazza quest’anno rivendicando il nostro diritto allo studio, e ricordando alle classi dirigenti che la nostra formazione è la garanzia che un domani saremo all’altezza dei problemi da affrontare e sapremo trovare le soluzioni migliori!
Andiamo in piazza quest’anno rivendicando la nostra dignità di lavoratori, chiedendo di essere formati al meglio per il domani, chiedendo di avere una possibilità.

17 NOVEMBRE 2010 – PER RIVENDICARE I NOSTRI DIRITTI E COSTRUIRE IL FUTURO: http://www.youtube.com/watch?v=wGfEFwQbfyg

I responsabili del corteo Gd sono: Giuseppe Bufalino (3404606531), Andrea Esposito (3339567581), Filippo Barberis (3292162849)
>>> Scarica i materiali realizzati dai Giovani Democratici Lombardia 

martedì 2 novembre 2010

Un Predidente allo sbaraglio

I Giovani Democratici della Lombardia condannano le parole di Silvio Berlusconi secondo cui sarebbe meglio "essere appassionati di belle ragazze che gay".
"Invece di riflettere sul suo ruolo istituzionale alla luce delle ultime vicende comparse sulle prime pagine di tutte le testate gioralistiche" - dichiara Silvia Gadda, Segretaria Regionale dei Giovani Democratici - "il Premier continua imperterrito a portare avanti la sua visone di "mascolinità" con becere battute di spirito, per deviare l'attenzione degli italiani dai suoi guai personali e giudiziari. Non possiamo continuare ad essere rappresentati da un Presidente del Consiglio che non perde occasione per ricordarci la sua visione misogina del ruolo delle donne e dell'omosessualità intesa come valore negativo."
"Silvio Berlusconi nei suoi deliri di onnipotenza crede di essere il proprietario indiscusso di questo Paese" - dice Caterina Santachiara, Responsabile Diritti Civili dei GD Lombardi - "mentre si aggravano le sue situazioni giudiziarie corre ai ripari con leggi ad personam; mentre difende goffamente la famosa telefonata alla Questura di Milano a favore di una ragazza minorenne e il mondo parla allibito dei festini a base di "Bunga Bunga" si scaglia volgarmente contro gli omosessuali. Anche la sua maggioranza si sta sgretolando lentamente perchè tutti si rendono conto, apertamente o no, che è in gioco la dignità morale di tutto lo Stato."

venerdì 29 ottobre 2010

Sognare con le gambe, si può. Speriamo siano gambe giovani

Il 25 ottobre 2010, ad un anno dalla sua elezione come segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani sceglie di passare il pomeriggio a confronto con 150 Giovani Democratici venuti a Roma, presso il Teatro Adriano, da ogni regione d’Italia.
La scelta è già di per sé fortemente significativa e segna una svolta molto netta poiché pone finalmente al centro della riflessione politica il problema delle prospettive delle nuove generazioni. I Giovani Democratici hanno così la propria occasione per confrontarsi direttamente con il segretario del proprio partito, ponendogli numerose domande e soprattutto presentando delle proposte concrete su retribuzione degli stage, riforma delle professioni e accesso alla casa per i giovani.
Non ci sono slogan e non si parla di una volgare rottamazione. Si parla di un rinnovamento intelligente all’interno del Partito, volto a premiare il merito di quei numerosi giovani che, pur lontano dai riflettori e dal clamore dei media, sono riusciti a mostrare il proprio valore non soltanto a parole.

mercoledì 27 ottobre 2010

TALKING ABOUT MY GENERATION a Roma per parlare di lavoro e occupazione. Trovando delle soluzioni


Tre giorni per “parlare della nostra generazione”. Per confrontarci con i nostri colleghi e coetanei europei, e non solo, su alcune delle tematiche che più affliggono la società contemporanea ed in particolare il mondo giovanile: il precariato, il diritto allo studio, al lavoro e la pensione, la protezione e l’inclusione sociali. Si è tenuta dal 15 al 17 ottobre presso il centro congressi di Palazzo Rospigliosi a Roma la “Conferenza Internazionale su lavoro e occupazione per i giovani in Europa”, organizzata da Ecosy (European Community of Socialist Youth), PD, GD, dal gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, da Italiani Europei e dalla Fondazione di Studi Progressisti Europei (FEPS).
Una tre giorni intensa, in cui la delegazione lombarda presente ha approfittato non solo per “parlare della nostra generazione”, ma anche e soprattutto per parlare “alla” nostra generazione. Tanti i momenti di confronto soprattutto con i delegati provenienti dall’estero (oltre ai rappresentati dell’Unione Europea è giunta nella capitale anche una delegazione dei Giovani Democratici degli Stati Uniti), interessanti proprio perché focalizzate su un problema comune, la disoccupazione e il lavoro precario, affrontato in contesti e basi di partenza talvolta molto diversi. Che però colpisce indistintamente tutti i Paesi, dentro e fuori l’UE: attualmente sono più di cinque milioni i giovani senza lavoro in Europa. Urgono delle soluzioni concrete, attuate e coordinate a livello comunitario. Concordi nell’affermarlo tutti gli ospiti e relatori di livello internazionale presenti alla conferenza: da Philip Cordery a Maria Joao Rodrigues, da Cesare Damiano a Massimo D’Alema e Zita Gurmai, ognuno ha illustrato le proposte per affrontare la crisi occupazionale. Tra queste anche la creazione di una tassa sulle transazioni finanziarie, la cui necessità è stata sottolineata in più occasioni e grazie alla quale verrebbero recuperati molti fondi da investire nella spesa sociale.
Come torniamo? Preoccupati, perché nonostante il Governo cerchi di nascondere la crisi (“Tremonti dice che i dati sono ansiogeni e non li vuole analizzare – commenta D’Alema – Ecco. Si faccia venire un po’ di ansia, magari può esserci utile) i numeri parlano chiaro. Ma torniamo anche consapevoli che i primi a dover e poter cambiare la situazione siamo noi, e che non siamo certo soli: abbiamo conosciuto tanti ragazze e ragazzi europei con i nostri stessi problemi e ideali. È con loro che dobbiamo lavorare e lottare per i diritti nostri e delle generazioni future, perché l’Europa non è parte del problema ma parte della soluzione, e perché “invecchiare inizia quando si smette di sognare” (G. Pittella) e “if you want another future, you need to figh” (M.J. Rodrigues).

Ps: Speciale menzione per “Génération précaire”, associazione nata in Francia nel 2005 e che lotta per la remunerazione degli stage. Abbiamo passato molto tempo con le sue due rappresentanti giunte a Roma e abbiamo posto le basi per la creazione di un network europeo contro lo sfruttamento dei tirocinanti: loro hanno ottenuto una paga minima in Francia, chissà che riusciremo a farlo anche in Italia?

Una Giornata da Parlamentare.. (Made in GD Sondrio)

I Giovani Democratici di Sondrio propongono sabato 30 ottobre alle ore 17 alla Sala Ambrosetti delle Scuole Medie Vanoni di Morbegno un incontro con la giovane parlamentare comasca Chiara , 30 anni, laureata nel 2003 presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano ed eletta alla Camera dei Deputati nell'aprile 2008.
L'incontro si pone come una possibilità di dialogare con una parlamentare, apprendendo da chi direttamente ci lavora il funzionamento del Parlamento e le sue dinamiche di dibattito interno. Inoltre, in un momento come questo dove il ruolo, l'indipendenza e l'autonomia del Parlamento vengono messi in forte discussione da alcune forze politiche, i GD di Sondrio intendono aggiungere  anche la loro voce al coro di chi chiede una reale democrazia, ricordando che è sul dialogo che si basa l'attività politica. Nutriamo infatti una fortissima sfiducia verso il sistematico ricorso alla fiducia per silenziare opposizioni in nome di quel "fare efficiente" che ai nostri occhi appare solo un "fare per fare", impegnato più a "far vedere" tramite la propaganda che a risolvere le questioni di interesse pubblico. Nell'ottica di ribadire il primato del dialogo, l'on. Chiara Braga sarà disponibile a rispondere a qualsiasi richiesta di delucidazioni sul tema che provenga dai partecipanti.
Cogliamo, infine, l'occasione per invitare all'incontro, alle ore 17 alla Sala Ambrosetti delle Scuole Medie Vanoni di Morbegno, tutte le persone che ritengano necessario provare a capire qualcosa del complesso funzionamento del nostro Parlamento.

Giovani Democratici di Sondrio

domenica 24 ottobre 2010

Hai delle domande per Bersani? Ora puoi fargliele!

Il 25 Ottobre, il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, incontrerà i giovani del PD alle ore 16,30, al Tempio di Adriano (piazza di Pietra, a Roma). L’appuntamento, che si svolge ad un anno esatto dalle primarie, sarà l’occasione per fare il punto sul partito e per confrontarsi sui principali temi dell’attualità politica. Il segretario del Pd incontrerà 150 giovani del partito e risponderà alle loro domande. L’iniziativa sarà trasmessa in diretta tv su Youdem, canale 813 di Sky, e in streaming sul sito www. Youdem.tv

Fate le vostre domande nei commenti o inviando un sms al 345-6504116 o scrivetela su pdnetwork: http://partitodemocratico.gruppi.ilcannocchiale.it/?t=post&pid=2553698


mercoledì 20 ottobre 2010

Nucleare? Le bugie di Formigoni e la scommessa mancata delle energie rinnovabili

Il neo-ministro Paolo Romani rimette in pista la questione di una centrale nucleare in Lombardia. Formigoni, Presidente della Regione Lombardia, si dice disponibile. Ma, non è lo stesso Roberto Formigoni che in campagna elettorale aveva dichiarato: "Il nucleare? Mai in Lombardia."? Proprio lui. E oggi, a urne chiuse e comodamente insediato sulla più alta poltrona, ha cambiato idea.
"Un atteggiamento opportunista e servile" commentano Silvia Gadda, Segretaria dei Gd lombardia, e Giuseppe Bufalino, esperto delle tematiche ambientali per i giovani del PD. "Oggi ci svegliamo con la favola del nucleare che ritorna all’attenzione. Ci svegliamo con la prospettiva di una centrale nucleare in Lombardia (le zone possibili del sito sono: lungo il Po tra Cremona e Mantova oppure nell’alto lago di Como) e sorprendentemente il presidente Formigoni non muove un dito per smentire o prendere una posizione netta contro il nucleare in Lombardia".
I Giovani Democratici della Lombardia prendono una posizione netta non solo contro il nucleare in Lombardia (uno dei problemi del nucleare sarà anche quello di superare la sindrome NIMBY Not In My Back Yard), ma soprattutto contro questo progetto scellerato di sviluppo economico ed energetico della destra che punta sulla reintroduzione del nucleare e dimentica di investire seriamente sulle energie rinnovabili.

I Giovani Democratici della Lombardia dicono un No deciso e motivato al ritorno del nucleare in Italia!
No al nucleare inutilmente costoso quando con gli stessi soldi si potrebbe investire da subito su energie rinnovabili e il loro potenziamento nel territorio Nazionale!
No al nucleare perché non siamo disposti a pensare a uno smaltimento dei rifiuti tossici  gestito come lo smaltimento dei rifiuti di Napoli.
agli investimenti sulla ricerca, unica strada per sviluppare sistemi sicuri e efficienti per la produzione dell'energia.
al risparmio energetico come obiettivo per il rispetto dell'ambiente e il miglioramento delle condizionidi vita di tutti noi.
a una pianificazione europea della produzione di energia per valorizzare le strutture già esistenti e massimizzarne al resa.
Come Giovani Democratici della Lombardia pretendiamo di avere un Italia al passo degli altri paesi europei e gli USA, un paese che investa più sulle energie rinnovabili, sulle risorse ambientali del territorio e che attui una politica coraggiosa improntata alla green economy. E non un paese e un governo che si nasconda dietro favole e grandi bugie.

sabato 16 ottobre 2010

23-24 ottobre: scuola di formazione politica GD Bergamo

“QUALE FEDERALISMO VOGLIAMO? DI COSA HANNO BISOGNO GLI ENTI LOCALI?” Su questi argomenti si baserà il corso di formazione politica organizzato dai Giovani Democratici di Bergamo, che si svolgerà a Clusone presso la Casa dell'orfano sabato 23 e domenica 24 ottobre. I costi di partecipazione sono molto vantaggiosi: la due giorni, completo di pranzo e cena sabato, letto e colazione domenica richiede un contributo di 25 euro per gli under 30, 35 euro per gli over 30.

Ecco il programma completo del corso:

SABATO 23 OTTOBRE (“parte tecnica”)
9:15 – Accreditamenti e assegnazione camere da letto
9:45 – Saluti iniziali di Davide Casati (segretario provinciale GD Bergamo) e Silvia Gadda (segretario regionale GD Bergamo), Roberto Tomaselli (membro della segreteria provinciale GD)
10:15 – Il Bilancio dei Comuni – relatore: dott. Francesco Bergamelli (responsabile ufficio ragioneria del Comune di Torre Boldone)
11:00 – la situazione economica dei Comuni lombardi e bergamaschi: quali criticità? Quali opportunità? – relatori: dott. Pierattilio Superti (Segretario Generale di Anci Lombardia) e dott. Angelo Brolis (già Direttore Generale del Comune di Bergamo)
12:45 – pranzo
14:30 – i riflessi del federalismo fiscale sulla società (solidarietà, sussidiarietà, responsabilità, ecc.) – relatore: dott. Martino Doni (Università di Bergamo)
15:15 – quali provvedimenti legislativi approvati o in fase di approvazione relativi al federalismo? Quali saranno le ricadute economiche sugli enti locali? – relatore – on. Marco Causi
16:45 – intervento di analisi e riflessione sul federalismo e su quanto emerso durante tutta la giornata – relatore: dott. Giulio Caio (Università di Bergamo)
17:30 – dibattito
19:30 – cena
22:30 – serata conviviale e di divertimento

DOMENICA 24 OTTOBRE (“parte politica”)
9:00 – colazione
9:45 – tavola rotonda con: Davide Zoggia (Responsabile Nazionale PD Enti Locali), Gabriele Riva (Segretario Provinciale PD), On. Antonio Misiani, On. Giovanni Sanga, Virginio Brivio (Sindaco di Lecco) - coordina: Roberto Tomaselli (membro della segreteria provinciale GD)
12:30 – saluti e ringraziamenti di Davide Casati (segretario provinciale GD Bergamo) e Caterina Santachiara (resp. Regionale Formazione GD Lombardia)

Shock this world: music festival organizzato da GD Mantova

martedì 12 ottobre 2010

Scuola superiore: fondi per le strutture e le nuove tecnologie, invece di progetti paramilitari come "Incontro Esercito Scuola"

Continua a far discutere il progetto siglato il 5 ottobre 2009 da Regione ed Esercito e fortemente sponsorizzato dai ministri Gelmini e La Russa. L’iniziativa, che prevede sei incontri addestrativi in 38 scuole secondarie superiori lombarde, ha suscitato diverse polemiche: in principio infatti il documento doveva svilupparsi lungo cinque direzioni ovvero progetti di solidarietà internazionale in collaborazione con alpini e volontariato; educazione alla salute; lettera a un caduto per la Patria; ricerca storica e progetto “Allenati alla vita”, che prevedeva lezioni teoriche con un successivo training day mirato soprattutto alla gestione delle emergenze di Protezione civile. Di tutto questo non c’è traccia, le tematiche delle lezioni, indicate sul sito delle forze armate, sono di tutt’altra natura: cultura militare, topografia ed orientamento, diritto costituzionale, armi e tiro, sopravvivenza in ambienti ostili, difesa nucleare, batteriologica e chimica, trasmissioni, bls e primo soccorso, mezzi dell’esercito e superamento ostacoli. Sulla questione sono intervenuti Sara Valmaggi e Fabio Pizzul del PD, dando voce a un gran numero di docenti e genitori in forte disaccordo con il progetto in discussione. “A fronte dei tagli inaccettabili che le scuole lombarde stanno subendo a causa delle scelte del Governo nazionale e degli altri risparmi previsti sul sistema di istruzione lombardo che si assesteranno sul 40% dei fondi disponibili, così come anticipato dal presidente Formigoni – commenta Valmaggi – riteniamo sia necessario fare chiarezza sui contenuti e sui costi del progetto “Allenati alla vita”. Un intervento nato come sperimentazione dell’Ufficio scolastico regionale per contrastare il fenomeno del bullismo, che per quest’anno scolastico pare sia degenerato in attività di stampo paramilitare, le quali ci sembra abbiano poco a che fare con l’educazione alla convivenza civile”. Della stessa opinione è Pizzul che chiosa: “Riesce difficile comprendere come un percorso così ricco e stimolante possa essere stato trasformato in una proposta con chiare derive di stampo paramilitare. C’è da augurarsi che Regione Lombardia possa far valere la sua autorevolezza per riportare il progetto nell’alveo delle positive e condivisibili intenzioni iniziali”.

Scuola: dalla protesta alla proposta. le idee dei giovani

Il Governo non affronta i problemi cronici della scuola pubblica e li peggiora con 8 miliardi di tagli ai servizi e 132.000 persone in meno tra insegnanti e ata. Intanto in Lombardia i fondi vanno alle scuole private che solo pochi possono permettersi e i soldi si sprecano per attività di stampo militare, come il progetto Allenati per la vita. Dichiara Silvia Gadda, Segretaria regionale dei Giovani Democratici. "Non pensiamo che la Scuola vada cambiata e portata al passo con i tempi: la vogliamo seria, aperta, interattiva, davvero utile per il lavoro e per la vita. Non serve tagliare a caso, il fatto è usare meglio le risorse. Se vogliamo che la scuola funzioni servono più servizi meglio organizzati e di maggiore qualità. Siamo in piazza non per protestare, ma per proporre. Vogliamo cambiare la scuola e sappiamo come farlo!".


PROPOSTE GD PER LA SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA

gli studenti
>> aule sicure, luminose e funzionali, riscaldamento in funzione, spazi aggregativi nella scuola
>> scuole aperte tutto il giorno e tutto l’anno
>> meno ore di lezione frontale e più laboratori e attività di gruppo, più attenzione alle competenze per il mondo globale (più ore di inglese, informatica e comunicazione web, arti e linguaggi visuali)
>> percorsi differenziati in base agli interessi personali, alle capacità, alle carenze
>> più opportunità di studio e lavoro all'estero fin da piccoli
>> più spazio agli studenti nelle decisioni e nelle scelte educative

gli insegnanti
>> cambiare il modo di reclutare, formare, valutare e riconoscere la professionalità dei docenti, che sono i veri attori del cambiamento
>> più giovani docenti nella scuola

le teconologie
>> una scuola al passo con i tempi: potenziare i laboratori, connessione a internet wi-fi e computer nelle classi
>> promuovere l’uso didattico delle nuove tecnologie attraverso un piano di formazione dei docenti

federalismo e autonomia
>>   reale potere di scelta alle scuole, garantendo il raggiungimento di traguardi di qualità definiti dallo Stato per tutto il territorio nazionale
>> personale e risorse economiche certe per ciascuna scuola e in tempo utile per l’inizio dell’anno scolastico

mercoledì 29 settembre 2010

Adro. I democratici uniti che fanno fare retromarcia al Ministro

Adro. Prima di tutto grazie a tutti voi. Per la tenacia sotto la pioggia, per le melodiose voci che hanno intonato l'Inno d'Italia, per credere in una scuola pubblica, laica, libera, pluralista!
Eravamo più di mille ad Adro (BS). E tanti Giovani Democratici da Brescia, Bergamo, Mantova, Cremona, Milano, Roma, Vercelli. Contro un sindaco leghista che pur di andare sulle prime pagine dei giornali non esita a marchiare la scuola pubblica (e l'intero arredo urbano) con i simboli della Lega Nord. Per una scuola libera che sappia accogliere e aprire la mente al futuro.
185 genitori di bambini che frequentano la scuola pubblica di Adro avevano inviato una lettera aperta, per dire che non si fa propaganda sulla pelle dei bambini. I democratici hanno risposto, tanto da costringere il Ministro Gelmini a fare marcia Indietro rispetto alle dichiarazioni di qualche giorno fa e ad intervenire sanzionando l'esposizione dei simboli leghisti.
"Il caso di Adro è emblematico" commenta Silvia Gadda, Segretaria dei Giovani Democratici della Lombardia. "Per questo Governo e per la Lega la scuola è considerata poco più che uno strumento di propaganda. Il PD pensa che la scuola sia la prima grande occasione che i bambini hanno per crescere e preparasi ad affrontare come si deve la vita. Un'occasione che nasce dall'impegno comune di genitori, alunni, insegnanti e  che da parte della politica merita attenzione, serietà, coraggio ed efficienza".
Mentre sui giornali si parla molto delle divisioni del PD, anche in questo senso, da chi era ad Adro arriva un messaggio forte a chi si muove a livello nazionale. "Sulle questioni vere che cambiano il futuro nostro e dei nostri figli, i democratici sanno essere uniti e hanno le idee chiare. Chi si muove sul piano nazionale concentri le forze sui problemi del Paese, piuttosto che sullo scacchiere degli equilibri interni al partito".

giovedì 29 aprile 2010

Due giorni sull'ambiente a Piacenza

I Giovani Democratici di Piacenza, in collaborazione con i Giovani Democratici Emilia Romagna, i Giovani Democratici Lombardia, il PD Emilia Romagna e il PD Piacenza, organizzano a Piacenza un Forum su Energia e Ambiente nei giorni 8 e 9 Maggio 2010.
L’idea di organizzare il Forum nasce, in primo luogo, dalla convinzione che da un momento di confronto e di dibattito possano emergere le risposte a delle esigenze che si pongono in maniera sempre più pressante, e soprattutto, che coinvolgono direttamente  il nostro territorio. Piacenza come territorio-ponte tra Nord e Sud e tra Ovest ed Est, Piacenza come importante polo energetico nella Regione: peculiarità territoriali che si accompagnano però a problematiche più ampie, da affrontare mediante soluzioni che coinvolgano temi come la mobilità sostenibile, la formulazione di politiche dei trasporti a livello nazionale e transnazionale, le fonti energetiche tradizionali e alternative, la gestione dei servizi di pubblica utilità, e soprattutto, queste soluzione devono includere i territori circostanti.
L’opportunità di svolgere a Piacenza questo incontro è rafforzata dalla presenza, in quei giorni, di un importante convegno, “Facciamo sull’energia”, che vedrà la partecipazione di numerosi esperti che interverranno proprio sui temi dell’energia, dei trasporti e dell’ambiente. Approfittando delle elaborazioni tecniche e scientifiche del convegno,  si potrà avviare un dibattito sulle scelte politiche da affrontare, beneficiando della presenza di importanti relatori del Partito Democratico, di importanti associazioni e di un ampio pubblico.  PROGRAMMA http://www.piacenza361.it/
Partecipa alla DUE GIORNI SULL'AMBIENTE DEI GD! Contatti Giuseppe Bufalino, responsabile Ambiente GD Lombardia, cell. 3404606531 e mail giusymus@libero.it.

PROGRAMMA APPUNTAMENTI GD:
-- Sabato 8 Maggio 2010 - Ore 19.00 “Beni pubblici tra gestioni private e fallimenti del mercato. Trasporti, acqua, servizi energetici”
-- Domenica 9 Maggio 2010 - Ore 19.00 “L’economia verde: come conciliare sostenibilità economica e sostenibilità ambientale”

domenica 17 gennaio 2010

Nucleare: vogliamo conoscere i siti prima delle elezioni regionali

Con il referendum abrogativo del 1987 fu "di fatto" sancito l' abbandono da parte dell' Italia del ricorso al nucleare come forma di approvvigionamento energetico ed infatti di lì a poco le quattro centrali nucleari in Italia furono chiuse. Il governo Berlusconi ha riaperto invece la questione nel luglio del 2009 con l'approvazione del disegno di legge sullo svilupo economico, che introduceva nuove norme in materia di energia e sistema imprenditoriale, tra cui la reintroduzione dellla possibilità di costruire centrali ad energia nucleare. Da quel momento si sono susseguite voci sulla possibile collocazione delle centrali nucleari, ma dal governo è arrivato solo un decreto che ha delineato i criteri generali per la selezione dei luoghi candidati e le relative compensazioni ambientali ed economiche per la popolazione locale. Nessun nome ufficiale finora, anche se una lista di località pre-designate sta circolando tra smentite e mezze conferme. Il tema vero che sembrerebbe bloccare tutto l'iter è la vicinanza con le elezioni regionali del prossimo marzo e la possibilità per la coalizione al governo di perdere consenso elettorale qualora i siti che dovranno ospitare fossero divulgati ufficialmente. In Lombardia e nelle aree limitrofe ci sono diversi aree potenzialmente, idonee a questo scopo, soprattutto lungo il corso del Po nelle province di Mantova e Cremona. Del resto anche il governatore uscente Formigoni ha dichiarato pubblicamente di essere favorevole ad ospitare centrali nucleari sul territorio lombardo. Per questo motivo i Giovani Democratici della Lombardia sostengono la necessità che i luoghi in cui dovrebbero sorgere le centrali nucleari siano resi pubblici prima delle elezioni. Questo per una questione di trasparenza e responsabilità di fronte innanzitutto ai cittadini e a tutto l'elettorato, a prescindere poi dalle posizioni che si possono avere di fronte alla scelta della reintroduzione del nucleare nel nostro Paese.