In Lombardia mobilitazioni a Pavia, Brescia e a Milano.
Andrea Curcio, senatore accademico e responsabile Università dei Giovani Democratici di Brescia, commenta il DDL Gelmini e rilancia con le proposte dei Giovani Democratici "Come studenti ci rendiamo conto che sia necessaria una riforma del sistema, e pertanto chiediamo che questa venga fatta in modo serio e competente. Chiediamo quindi che venga data maggior importanza alla democrazia interna mettendo in atto una serie di provvedimenti che rendano sostanziale, oltreché formale, la possibilità per gli studenti di far sentire la propria voce. Diciamo No ad una riforma che dichiarandosi contro i clientelismi e contro i baronati, ne aumenta a dismisura il potere lasciando il CdA degli Atenei completamente nelle mani del Rettore. Chiediamo un insegnamento di qualità, dove ricerca e didattica vengano svolti con serietà e in serenità senza ricercatori costretti a fare anche un ruolo di docenza che non gli compete a causa della mancanza di personale docente di prima e seconda fascia. Un insegnamento di qualità che dev'essere per tutti, come afferma l'art. 34 della nostra costituzione, e quindi giusto premiare il merito, ma questo non deve avvenire a discapito e a spese del diritto allo studio, che già oggi senza tagli versa in una situazione grave e deficitaria dove secondo statistiche nazionali circa il 35% degli studenti aventi diritto non può usufruire di una borsa di studio a causa della mancanza di fondi”.
Andrea Curcio, senatore accademico e responsabile Università dei Giovani Democratici di Brescia, commenta il DDL Gelmini e rilancia con le proposte dei Giovani Democratici "Come studenti ci rendiamo conto che sia necessaria una riforma del sistema, e pertanto chiediamo che questa venga fatta in modo serio e competente. Chiediamo quindi che venga data maggior importanza alla democrazia interna mettendo in atto una serie di provvedimenti che rendano sostanziale, oltreché formale, la possibilità per gli studenti di far sentire la propria voce. Diciamo No ad una riforma che dichiarandosi contro i clientelismi e contro i baronati, ne aumenta a dismisura il potere lasciando il CdA degli Atenei completamente nelle mani del Rettore. Chiediamo un insegnamento di qualità, dove ricerca e didattica vengano svolti con serietà e in serenità senza ricercatori costretti a fare anche un ruolo di docenza che non gli compete a causa della mancanza di personale docente di prima e seconda fascia. Un insegnamento di qualità che dev'essere per tutti, come afferma l'art. 34 della nostra costituzione, e quindi giusto premiare il merito, ma questo non deve avvenire a discapito e a spese del diritto allo studio, che già oggi senza tagli versa in una situazione grave e deficitaria dove secondo statistiche nazionali circa il 35% degli studenti aventi diritto non può usufruire di una borsa di studio a causa della mancanza di fondi”.