Lo scontro frontale si ha lunedì 8, quando dopo ripetute cariche ai manifestanti il presidio viene spostato centro metri più indietro e l’accesso diretto a via San Faustino e alle vie laterali completamente bloccato. Questa mossa, a mio parere irresponsabile, ha un triplice (voluto?) risultato: in primo luogo isolare i ragazzi della gru -nel frattempo rimasti in sei- che in preda alla furia scagliano rifiuti di ogni tipo verso i poliziotti e i pompieri, secondariamente inasprire gli animi dei manifestanti legittimando prese di posizione più muscolose da parte della Prefettura e della Questura e infine creare ancora più disagio alla popolazione bresciana aumentandone lo sdegno.
Creare vuoto materiale e spirituale: l’esatto opposto di come si dovrebbe agire in questi casi.
La diocesi, i sindacati e lo stesso Pd proseguono sulla linea della mediazione, così che venga sì rispettata la legge ma che i diritti umani non vengano calpestati e in modo da favorire una discussione seria e aperta che garantisca diritti e doveri di tutte le parti. Là sotto la gru sembra invece il “tutti contro tutti”, la fiera delle strumentalizzazioni. I leghisti che avevano promesso la lotta dura contro gli immigrati non hanno saputo creare altro che tensione sociale e ora sbraitano e berciano contro i migranti e «i soliti comunisti», mentre altre realtà sfruttano il dramma per i propri interessi di visibilità e favoriscono la cultura dell’illegalità.
Lunedì 15 è stato trovato l’accordo e gli ultimi due migranti sono scesi tra gli applausi degli astanti, ma a quando una nuova gru?