mercoledì 30 marzo 2011

Falacosagiusta, la rivoluzione della mente

Un weekend a Falacosagiusta è un momento di svolta. E' una valanga di stimoli che ti piove addosso, una prova dura per il corpo e per la mente. E' un di quelle situazioni in cui potresti affermare chiaramente che le tue membra e il tuo pensiero, come in prossimità di un bivio, imboccano due strade diverse, costringendoti ad uno stato intermedio tra l'entusiasmo, l'eccitazione e la fatica.
Falacosagiusta quest'anno era gigantesca. Disposta su un solo piano, poi, sembrava non finrie mai. E ancora più del solito, gigantesco è il potenziale rivoluzionario insito nella sua idea di ambiente, di stili di vita, di sostenibilità, di consumi, di diritti, di uguaglianza, di cultura, di informazione, di politica.
Sì, di politica, che avrebbe tanto da imparare, lì
.
Bisogna farsi portavoci di quella cultura, di quel modo così prezioso di stare insieme e di partecipare.
Costruire ponti, innescare connessioni, tendere mani.
Perchè è lì che si costruisce il mondo del futuro. Basta solo avere l'umiltà di ascoltare.
Parola di Emanuele Lazzarini, candidato dei GD alle elezioni comunali a Milano. www.votalazza.it 

martedì 29 marzo 2011

I giovani democratici della Lombardia prendono posizione sui referendum: 4 SI!

I Giovani Democratici della Lombardia ai Referendum di giugno sostengono 4 sì. Questa la scelta regionale, approvata sabato scorso 26 marzo, in attesa che il PD riuscisse a prendere una posizione univoca naizonale.  Al PD, che ieri si è espresso per 3 sì, lasciando inevaso il tema del secondo quesito referendario sull'acqua, i GD lombardi chiedono decisione più rapide e chiare, mentre il partito si mostra ancora una volta claudicante.
"Si tratta di Referendum abrogativi" spiega Silvia Gadda, Segretaria regionale dei giovani del PD lombardo, "e di un tema sul quale il PD si è mosso tardi e confusamente fin dall'inziio, mancando di un protagonismo politico all'altezza del principale partito di opposizione. Sebbene nel merito dei quesiti e dello stesso strumento referendario si possano nutrire perplessità,  ora che il Referendum è realtà è importante essere chiari e netti su temi centrali, che toccano al qualità della vita di tutti noi: il momento delle differenziazioni sarà quello successivo della proposta, ora siamo solo all'brogazione di proposte inique. Oggi dobbiamo innanzi tutto cercare di far raggiungere al referendum il quorum, altrimenti la sconfitta di tutto il centrosinistra e segnerà una svolta nelle politiche del paese sui servizi e sull'ambiente".

lunedì 28 marzo 2011

GUERRA IN LIBIA

Giorni intensi, ore frenetiche e notizie che si rincorrono.
L’Italia, giustamente, agisce nel rispetto degli accordi ONU; peccato che qualche mese fa il Governo baciava le mani al dittatore che oggi combatte.
Se da un lato non si può accettare che un dittatore bombardi il suo stesso popolo, dall’altro non possiamo far finta che gli ultimi anni della nostra politica estera siano stati fallimentari.
Accordo con la Libia: accogliamo Gheddafi con tutti gli onori e gli permettiamo di fare ciò che più gli aggrada (così il premier pensa di fare politica estera!?). La Lega è contenta per la lotta all’immigrazione, Gheddafi pure perché riceverà miliardi di euro, Berlusconi è sorridente perché pensa di aver aggiunto un punto all’azione di Governo e nei suoi show personali. Angela Merkel ha un altro stile.
Cittadini libici in rivolta: il Governo tentenna… solo dopo che i grandi Paesi condannano le repressioni di Gheddafi, Frattini e successivamente Berlusconi si accodano, ma con cautela.
Intervento ONU: il Governo approva garantendo disponibilità delle basi militari e dei mezzi; la Lega sembra disorientata (chissà se si parlano prima di prendere queste grandi decisioni!?) e pensa solo all’immigrazione; sembra passare in secondo piano la situazione dei civili libici.

È chiaro che come Italia il problema sta nel modo con cui il Governo pensa di affrontare le relazioni internazionali. Questa situazione (ma precedentemente anche le altre, vedi con Mubarak e Ben Ali) mette in evidenza l’incapacità di avere una chiara Politica, non fatta di relazioni personali ma che sia in grado di concretizzare azioni forti per valorizzare il nostro Paese.
Ancora oggi si evidenzia che non siamo molto credibili.

Possiamo arrenderci a quest’idea di fare la Politica? Assolutamente no. Siamo pronti a fare la nostra parte e lo abbiamo dimostrato quando il Ministro degli Esteri era Massimo d’Alema, tutto un altro coinvolgimento a livello internazionale.
Possiamo e dobbiamo dare di più, siamo in grado di farlo, lo dimostriamo ogni giorno con i nostri programmi e le nostre proposte al Governo. 

giovedì 24 marzo 2011

9 aprile: il nostro tempo è adesso! Prendiamocelo!

Non c'è più tempo per l'attesa.
È il tempo per la nostra generazione di prendere spazi e alzare la voce. Per dire che questo paese non ci somiglia, ma non abbiamo alcuna intenzione di abbandonarlo. Soprattutto nelle mani di chi lo umilia quotidianamente. Siamo la grande risorsa di questo paese. Eppure questo paese ci tiene ai margini. Senza di noi decine di migliaia di imprese ed enti pubblici, università e studi professionali non saprebbero più a chi chiedere braccia e cervello e su chi scaricare i costi della crisi. Così il nostro paese ci spreme e ci spreca allo stesso tempo.
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MANDA UNA MAIL PER DIRE NO AL NUCLEARE!



«Le centrali nucleari in Lombardia – dichiara Silvia Gadda, segretario dei GD Lombardia - che vuole così tanto il Presidente Roberto Formigoni (http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/03/18/news/nucleare_lombardia_autosufficiente_ma_non_ci_tiriamo_indietro_sulla_scelta-13762182/), saranno forse pronte quando lui avrà 80 anni.  Noi, che ne avremo 35 di anni, le centrali nucleari non le vogliamo».
Arriva un messaggio forte e chiaro dai Giovani democratici della Lombardia, da sempre contrari al ritorno del nucleare in Italia, perché convinti che la via da seguire sia quella di uno sviluppo con fonti energetiche “pulite”.
«Lo scorso 19 dicembre – spiega Bufalino Giuseppe, esperto delle tematiche ambientali per i giovani del PD -  eravamo tantissimi a Viadana, nel mantovano, per manifestare contro la politica scellerata del governo e del presidente Formigoni sul ritorno del nucleare in Italia; il popolo italiano si è già espresso contro questa ipotesi col referendum del 1987.  Abbiamo deciso, a seguito delle dichiarazioni del presidente Formigoni di venerdì scorso con cui apre all’ipotesi di costruire nuove centrali nucleari nel nostro territorio, di sommergere di e-mail gli uffici di Regione Lombardia per far sentire la nostra voce e per ribadire l’invito a chi governa la regione di meditare e considerare con attenzione la prospettiva di sviluppo energetico che vogliamo per il nostro paese e per la nostra regione». I giovani ritengono che il governatore della Lombardia dovrebbe mettersi d’accordo con se stesso: le sue recenti dichiarazioni (favorevole al nucleare in Lombardia) “cozzano” in modo evidente con quanto promesso in campagna elettorale (assolutamente contrarie al nucleare il Lombardia).
Tutti i cittadini lombardi sono invitati a inviare una MAIL al presidente Formigoni e agli assessori per dire NO al Nucleare


Clicca qui sotto per mandare la mail!

SCRIVI AL PRESIDENTE FORMIGONI


Se il link non funziona usa questi dati:

INDIRIZZI:

roberto_formigoni@regione.lombardia.it, 

marcello_raimondi@regione.lombardia.it, 
andrea_gibelli@regione.lombardia.it,
giulio_decapitani@regione.lombardia.it, 
romano_colozzi@regione.lombardia.it, 
domenico_zambetti@regione.lombardia.it,
stefano_maullu@regione.lombardia.it, 
massimo_buscemi@regione.lombardia.it, 
Giulio_Boscagli@regione.lombardia.it,
raffaele_cattaneo@regione.lombardia.it, 
gianni_rossoni@regione.lombardia.it, 
romano_la_russa@regione.lombardia.it,
Luciano_Bresciani@regione.lombardia.it, 
carlo_maccari@regione.Lombardia.it,
Alessandro_Colucci@Regione.Lombardia.it, 
monica_rizzi@regione.lombardia.it, 
daniele_belotti@regione.lombardia.it, 
dejavunonuke@gmail.com;
OGGETTO: No Al Nucleare Si ad un piano di sviluppo energetico alternativo per il paese e la Lombardia.
TESTO : Egregissimo Presidente,
Dopo i tragici avvenimenti del Giappone e il passo indietro fatto da tutti i Paesi europei sul tema del nucleare, il governo italiano non ha voluto prendere, per l'ennesima volta, una posizione chiara su questo argomento.
LEI in data 18/3 ha dichiarato: "Io non mi tiro indietro. Voglio partecipare al dibattito sul piano per il ritorno del nucleare in Italia", parlando poi della necessità liberarsi dalla dipendenza del petrolio e rimanere competitivi con nazioni come Francia e Germania.
Particolare questa Sua posizione, quando in piena campagna elettorale aveva affermato: "Ho parlato molto chiaramente affermando che la Lombardia ha raggiunto l’autosufficienza energetica. Non abbiamo quindi bisogno di centrali nucleari".
La Sua incoerenza e le Sue bugie rivelano che il tanto caro al nostro governo "piano per il rilancio del nucleare" mostra delle contraddizioni per favorire la lobby del nucleare:
-      la Germania ha già approvato un piano per la chiusura delle sue centrali nucleari entro il 2030 ma sta cercando di affrettare i tempi puntando sulle energie rinnovabili e sulla ricerca in questo settore
-      Il nucleare è costoso (30 Miliardi di Euro per produrre tra 20 anni il 4% di energia), poco sicuro e non riduce la dipendenza dal petrolio: l'Italia non possiede Uranio e dovrebbe importarlo da altri Paesi, e produrrebbe solo energia elettrica, per cui non sostituirebbe per nulla affatto il petrolio. Inoltre non si è ancora data una risposta al problema delle scorie radioattive.
-      La Lombardia è autosufficente e non ha bisogno del nucleare. La Francia, per garantire il funzionamento continuo delle sue centrali è costretta a vendere sottocosto la sua energia alle nazioni confinanti


Noi Giovani Democratici siamo contro l'energia nucleare e Le chiediamo che venga predisposto dal governo e dalla Regione Lombardia un piano per il rilancio delle energie rinnovabili in Italia, per garantire un futuro sicuro e sostenibile a tutti, nel pieno rispetto dell'ambiente e delle comunità locali, che non possono barattare la loro sicurezza e la loro salute con incentivi economici che deriverebbero dall'installazione di una centrale nel loro territorio.


Giovani Democratici Lombardia



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Verso i referendum di Giugno su Acqua Pubblica, Nucleare e Legittimo impedimento

In occasione del prossimo Referendum Day del 12 Giugno 2011 , ci dovremo esprimere su quattro quesiti.
Di seguito, vi presentiamo in maniera sintetica i quattro referendum abrogativi su cui saremo chiamati ad esprimerci ma prima una DOVEROSA ED IMPORTANTISSIMA PREMESSA:
Per legge, affinché i referendum abrogativi abbiano effetto, occorre che la percentuale dei votanti raggiunga il 50% più uno degli aventi diritto al voto (il cosiddetto quorum).
■ Essendo abrogativi, se volete ad esempio dire no al nucleare, OCCORRE VOTARE SI, ci raccomandiamo, sembra incoerente ma è cosi’, si dice SI all’abolizione del decreto-legge
Il primo quesito riguarda il “legittimo impedimento”, cioè l’istituto giuridico che permette all’imputato in un processo di giustificare, in alcuni casi, la propria assenza in aula, ed è quello che ha le conseguenze politiche più rilevanti, dal momento che è stato indetto per abrogare la legge che porta il suo nome. A presentare il referendum è stato il partito dell’Italia dei Valori. Il quesito su cui saremo chiamati ad esprimerci è il seguente:
■ “Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonché l’articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante “disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?”.
Il secondo quesito, particolarmente lungo e articolato, presentato sempre dall’Italia dei Valori, punta ad abrogare la norma per la realizzazione sul territorio nazionale di impianti di produzione nucleare. E’ il cosiddetto ‘referendum sul nucleare’, tema oggi giorno particolarmente scottante, dopo quanto accaduto a seguito del terremoto in Giappone. Il quesito su cui saremo tenuti ad esprimerci, in parte schematizzato, suona più o meno così:
■ “Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?”.
Gli ultimi due quesiti si occupano della privatizzazione dell’acqua: uno in particolare riguarda le modalità di affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Il testo del quesito è il seguente:
■ “Volete voi che sia abrogato l’art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall’art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e dall’art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea” convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?”.
Lo approfondiamo in questo post di dettagli: Acqua=bene comune: guida al referendum contro la privatizzazione dell’acqua
Il quarto e ultimo quesito riguarda sempre la privatizzazione dell’acqua e in particolare la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. In questo caso agli elettori viene chiesta una parziale abrogazione della norma:
■ “Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?”.

giovedì 10 marzo 2011

Lunedì 14 marzo ore 18.30 al NOON (Milano) - vieni all'aperitivo!


La serata è uno spazio di dibattito aperto sulla selezione della classe dirigente del nostro Paese, sulla necessità di valorizzare il merito e le competenze delle singole persone, sul rinnovamento generazionale che spesso è annunciato e difficilmente applicato... tanti contributi, quindi grande possibilità di mettere inisieme punti di vista diversi per un futuro comune.
La politica si cambia solo se siamo insieme e siamo in tanti. Non mancare.

martedì 8 marzo 2011

Dalle parole ai fatti: i GD a Como per le mense di solidarietà

8 Marzo 2011: Giornata Internazionale delle Donne


Nell’anno in cui si celebra il 150esimo dell’Unità d’Italia diamo valore alla giornata dell’ 8 Marzo, nata per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. In molti Comuni si celebra questa doppia ricorrenza ricordando le grandi figure femminili che hanno fatto grande l’Italia e che sono state dimenticate dalla Storia, per creare quella “genealogia femminile” che nel nostro Paese manca. Dopo lo straordinario successo della manifestazione del 13 Febbraio, che ha portato più di un milione di donne in piazza, siamo convinti che parlare della questione femminile significhi discutere della questione Italia. Il fatto stesso che l’esperienza dei comitati “Se non ora quando” continui a produrre materiali ed iniziative lo dimostra. Un’attenzione particolare nelle iniziative promosse va al tema del precariato inteso ormai come condizione di vita, che pesa sulle giovani donne e condiziona l’intera comunità nazionale e le sue prospettive, e a quello della maternità.
Il Segretario del Pd Bersani ha ribadito quanto sia “basilare il miglioramento della condizione femminile per lo sviluppo anche economico di un Paese, nonché per il suo incremento demografico. Le donne devono essere veramente le protagoniste e la misura del cambiamento della società”. Oggi simbolicamente vengono consegnate a Palazzo Chigi le firme raccolte per chiedere le dimissioni di Berlusconi, la cui visione delle donne ci ha sommersi per decenni grazie alla concentrazione nella sua persona di potere politico, economico e mediatico. Ma oltre a questo dobbiamo pensare a come ricostruire il nostro Paese su basi diverse. Le donne del Partito Democratico hanno evidenziato tutte le norme che in questi ultimi tre anni di Governo Berlusconi hanno indebolito e fatto arretrare le donne in tema di assenza di servizi e di politiche del lavoro inesistenti e hanno poi fatto proposte politiche concrete (che potete trovare al link http://beta.partitodemocratico.it/doc/204287/le-nostre-proposte-per-le-donne.htm), alcune delle quali già contenute nelle proposte di legge che i nostri deputati hanno presentato alle Camere, ma che sono state per la maggior parte respinte.
Come Giovani Democratici della Lombardia abbiamo contribuito attivamente alla nascita della rete delle giovani donne GD che ha portato un contributo alla Conferenza Nazionale e Regionale delle donne del Partito Democratico e abbiamo aperto la discussione anche ai ragazzi, convinti che portare avanti insieme l’idea della piena parità tra uomo e donna in ogni ambito della vita sia una grande vittoria per tutti.