Studenti, ricercatori, docenti in rivolta contro il DDL Gelmini. Pacifici, innovativi, liberi, determinati. Lo sappiamo, c'eravamo. Checché ne dica Emilio Fede nel suo telegiornale, diventato ormai un bollettino di regime dove la realtà dei fatti è cormai un fastidioso problema.
Già in campo da settembre con iniziative, scioperi e proposte, le Università moltiplicano le iniziative in vista dell'approvazione del DDL Gelmini inizialmente prevista oggi alla Camera, e ormai slittata a martedì 30 novembre mentre il Governo va allo sbando sulel sue stesse proposte.
L'attacco al sistema universitario e delle ricerca statale non aveva mai raggiunto un livello cosi alto in un quadro del Paese profondamente instabile da un punto di vista politico. L'Italia è tra i Paesi che in Europa ha investito di meno in formazione e ricerca negli ultimi decenni. La riforma della Gelmini stabilizza i tagli (oltre 1 miliardo di euro) e non dà alcuna prospettiva ai ricercatori e studenti.