venerdì 26 novembre 2010

Studenti in rivolta. Slitta il voto del DDLGelmini

Studenti, ricercatori, docenti in rivolta contro il DDL Gelmini. Pacifici, innovativi, liberi, determinati. Lo sappiamo, c'eravamo. Checché ne dica Emilio Fede nel suo telegiornale, diventato ormai un bollettino di regime dove la realtà dei fatti è cormai un fastidioso problema.
Già in campo da settembre con iniziative, scioperi e proposte, le Università moltiplicano le iniziative in vista dell'approvazione del DDL Gelmini inizialmente prevista oggi alla Camera, e  ormai slittata a martedì  30 novembre mentre il Governo va allo sbando sulel sue stesse proposte.
L'attacco al sistema universitario e delle ricerca statale non aveva mai raggiunto un livello cosi alto in un quadro del Paese profondamente instabile da un punto di vista politico. L'Italia è tra i Paesi che in Europa ha investito di meno in formazione e ricerca negli ultimi decenni. La riforma della Gelmini stabilizza i tagli (oltre 1 miliardo di euro) e non dà alcuna prospettiva ai ricercatori e studenti.

La protesta a Milano

Ieri sera sono stato sul tetto della Facoltà di Fisica dell’Università degli Studi di Milano - racconta Pier Maran, consigliere comunale di Milano -  insieme a militanti del Partito Democratico, per esprimere solidarietà agli studenti ed ai ricercatori che protestano contro il DDL Gelmini.
Questa protesta, che sta crescendo in tutta Italia, riguarda in maniera decisiva la nostra città, sede di alcune delle università più importanti del Paese. Solo all’Università degli Studi di Milano sono iscritti oltre 56mila studenti, al Politecnico 35mila.
A tarda ora abbiamo trovato sul posto diversi ricercatori. In loro si percepisce Leggi tutto >>

la protesta in Lombardia: Brescia, Pavia, Milano

In Lombardia mobilitazioni a Pavia, Brescia e a Milano. 
Andrea Curcio, senatore accademico e responsabile Università dei Giovani Democratici di Brescia, commenta il DDL Gelmini e rilancia con le proposte dei Giovani Democratici "Come studenti ci rendiamo conto che sia necessaria una riforma del sistema, e pertanto chiediamo che questa venga fatta in modo serio e competente. Chiediamo quindi che venga data maggior importanza alla democrazia interna mettendo in atto una serie di provvedimenti che rendano sostanziale, oltreché formale, la possibilità per gli studenti di far sentire la propria voce. Diciamo No ad una riforma che dichiarandosi contro i clientelismi e contro i baronati, ne aumenta a dismisura il potere lasciando il CdA degli Atenei completamente nelle mani del Rettore. Chiediamo un insegnamento di qualità, dove ricerca e didattica vengano svolti con serietà e in serenità senza ricercatori costretti a fare anche un ruolo di docenza che non gli compete a causa della mancanza di personale docente di prima e seconda fascia. Un insegnamento di qualità che dev'essere per tutti, come afferma l'art. 34 della nostra costituzione, e quindi giusto premiare il merito, ma questo non deve avvenire a discapito e a spese del diritto allo studio, che già oggi senza tagli versa in una situazione grave e deficitaria dove secondo statistiche nazionali circa il 35% degli studenti aventi diritto non può usufruire di una borsa di studio a causa della mancanza di fondi”.

mercoledì 24 novembre 2010

25 novembre - giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Alle volte è talmente incredibile che stentiamo a crederci noi stesse. Poi  cerchi lavoro e ti chiedono se e quando avrai intenzione di fare figli. E a fine mese il tuo stipendio è più basso del tuo pari livello maschio. E avere un bambino che entra all'asilo alle 8.30 per la tua azienda è un peso insormontabile invece che un normale fatto della vita. Poi ti accorgi che dare un giudizio sulla taglia del tuo reggiseno o la forma del tuo fondoschiena è scontato, mentre a te non verrebbe mai in mente di parlare in pubblico della taglia del pene di un collega maschio. E sai benissimo che se sei arrivata da qualche parte, la maggior parte delle persone pensa che se ci sei arrivata sarà perché sei andata a letto con qualche maschio.  E in effetti, molti uomini la pensano così: i tuoi favori erotici in cambio di un lavoro o di un posto di potere o di un favore. E se non ci stai, la vita si fa molto più complicata. A volte, talmente complicata che iniziano le persecuzioni, o la violenza psicologica si trasforma in quella fisica. 
La violenza è la prima causa di morte o invalidità permanente delle donne tra i 14 e i  50 anni. Più del cancro. Più degli incidenti stradali. Le vittime - soprattutto tra i 25 e i 40 anni - sono in numero maggiore donne laureate e diplomate, dirigenti e imprenditrici, donne che hanno pagato con un sopruso la loro emancipazione culturale, economica, la loro autonomia e libertà. Lo dice l'Istat.
Una realtà cruda, violenta. Tanto più cruenta perché mascherata, taciuta, sminuita. Una violenza che va di moda. Che spesso chi subisce è il primo a riprodurre. Una violenza che non ha parte politica, perché a parole tutti la rinnegano, ma nei fatti la sua pratica è trasversale.
I Giovani Democratici della Lombardia pensano che a questa violenza sia necessario dire basta. Che non sia un tema di donne e da donne, ma un tema di tutte le persone che hanno a cuore il rispetto degli altri, che non accettano l'idea di un mondo fatto di persone di serie a e di serie b, perché le persone, pur nelle loro differenze, meritano uguali diritti, che pensano che essere genitori è una responsabilità delle mamme e dei papà, ma anche una ricchezza per tutta la società, poiché la tiene in vita e la innova
Pensaci.

lunedì 22 novembre 2010

22 novembre 2010, Sciopero nazionale della cultura

Sapere e cultura sono un diritto delle persone, perché è un diritto di ogni essere umano imparare a conoscere i propri limiti e i propri punti di forza, avere gli strumenti e gli stimoli per mettere a frutto le proprie potenzialità, poter migliorare le proprie competenze e vivere al megliol apropria vita.
Sapere e cultura sono una risorsa per l'Italia. Sono pilastri fondamentali per costruire una società coesa, pacifica, aperta, perché ci insegnano ad essere persone libere, aperte all'innovazione, autorevoli nelle nostre idee ma consapevoli del valore delle differenze, responsabili nelle nostre scelte verso noi stessi e verso gli altri.
Sono il motore dello sviluppo, perché significano creatività e capacità di innovare, disponibilità ad adattarsi ad ambienti nuovi e a trasformare gli imprevisti in occasioni, coraggio di rischiare e imprendere, disegnando il presente e il futuro.
Il Governo pensa che di tutte queste cose l'Italia non abbia bisogno.
Noi pensiamo di sì.
Vogliamo per tutti gli uomini e le donne del mondo la possibilità di costruirsi una vita libera, autonoma, ricca e vissuta in pace. Una vita che valga la pena di essere vissuta. E ci lavoriamo tutti i giorni.

venerdì 19 novembre 2010

I Giovani Democratici (PD) partecipano a Young, il salone dell'orientamento a Erba

Si apre oggi Young, orienta il tuo futuro a LarioFiere Erba. Si tratta di un nuovo e stimolante appuntamento dedicato all’orientamento giovanile in campo scolastico, universitario e professionale. Una reale occasione per scegliere il proprio percoso professionale e di studio, con un'attenzione anche al piano delle attività extra-scolastiche e del volontariato.
I Giovani Democratici di Como saranno presenti con uno stand informativo sabato 21 novembre dalle 10.00 alle 22.00 e domenica 22 novembre dalle 10.00 alle 18.00 per far conoscere la ricchezza e l'importanza del volontariato politico e sociale.

giovedì 18 novembre 2010

Partigiani della Conoscenza, Costruttori di Libera

Il sistema saperi in Italia è in crisi, i tagli che si susseguono in tutto il comparto sono riusciti a ridurre in uno stato di disperazione le scuole italiane. "Ieri 17 novembre” afferma la segretaria regionale GD Silvia Gadda ,“i Giovani Democratici insieme alla Federazione degli Studenti e alle associazioni universitarie studentesche hanno promosso manifestazioni in tutta la Lombardia per denunciare la politica sciagurata del governo contro il sistema della scuola e dell'università pubbliche in Italia. Ora il percorso prosegue con tante idee per la Scuola che vorremmo
Presto sarà pronta una Proposta di Legge targata GD sui saperi e il diritto allo studio."

Reportage dalla città senza diritti. Il diario dei GD di Brescia sulla protesta per i diritti degli immigrati.( Parte II)

Lo scontro frontale si ha lunedì 8, quando dopo ripetute cariche ai manifestanti il presidio viene spostato centro metri più indietro e l’accesso diretto a via San Faustino e alle vie laterali completamente bloccato. Questa mossa, a mio parere irresponsabile, ha un triplice (voluto?) risultato: in primo luogo isolare i ragazzi della gru -nel frattempo rimasti in sei- che in preda alla furia scagliano rifiuti di ogni tipo verso i poliziotti e i pompieri, secondariamente inasprire gli animi dei manifestanti legittimando prese di posizione più muscolose da parte della Prefettura e della Questura e infine creare ancora più disagio alla popolazione bresciana aumentandone lo sdegno.                                       
Creare vuoto materiale e spirituale: l’esatto opposto di come si dovrebbe agire in questi casi.

La diocesi, i sindacati e lo stesso Pd proseguono sulla linea della mediazione, così che venga sì rispettata la legge ma che i diritti umani non vengano calpestati e in modo da favorire una discussione seria e aperta che garantisca diritti e doveri di tutte le parti. Là sotto la gru sembra invece il “tutti contro tutti”, la fiera delle strumentalizzazioni. I leghisti che avevano promesso la lotta dura contro gli immigrati non hanno saputo creare altro che tensione sociale e ora sbraitano e berciano contro i migranti e «i soliti comunisti», mentre altre realtà sfruttano il dramma per i propri interessi di visibilità e favoriscono la cultura dell’illegalità.
Lunedì 15 è stato trovato l’accordo e gli ultimi due migranti sono scesi tra gli applausi degli astanti, ma a quando una nuova gru?

Reportage dalla città senza diritti. Il diario dei GD di Brescia sulla protesta per i diritti degli immigrati.( Parte I)

Per diciassette freddi giorni novembrini Brescia è rimasta con il fiato sospeso. Come nei libri gialli l’orologio si ferma all’ora del delitto, così la città si è bloccata intorno a quella gru all’imbocco di via San Faustino, dove dieci migranti hanno deciso di asserragliarsi nella disperata lotta per la regolarizzazione.
Da subito è chiaro che la situazione è delicatissima: in una città che conta un’altissima percentuale di stranieri, basterebbe poco per scatenare una battaglia delle banlieues. Gli immigrati si battono contro la “sanatoria truffa” e chiedono a gran voce il permesso di soggiorno per tutti. Per i primi giorni un nutrito gruppo di sostenitori si raccoglie sotto la gru, supportando i ragazzi asserragliati a trenta metri d’altezza che rifiutano ogni tipo di mediazione loro offerta.
Una settimana di incertezza e relativa immobilità sfocia nella manifestazione di sabato 6 novembre, indetta dalle associazioni di migranti e da “Diritti per tutti” che si rifà ai centri sociali, e che vede accorrere numerose persone. Moltissimi immigrati, parecchi italiani che partecipano a titolo personale, tra cui molti studenti e famiglie, e qualche bandiera politica di estrema sinistra. Viene fortunatamente ritirata la contromanifestazione leghista “della brava gente onesta” minacciata dal vicesindaco Rolfi, che avrebbe creato pericolosissime tensioni. La manifestazione si svolge in maniera pacifica, tra canti e balli e famiglie con i passeggini. Impressionanti gli occhi dei migranti colmi di fiducia, speranza e commozione quando il corteo fa tappa davanti alla gru: segno che in quella lotta disperata credono davvero, che come recitano i cartelli sono “tutti sulla gru”.
Intanto il clima in città si fa sempre più teso: passeggiando per le vie del centro non si sente parlare di altro.  I bresciani stanno dando segno di insofferenza, i commenti arrabbiati o semplicemente razzisti ormai si sprecano, così come le frasi fatte dei vecchietti sulle panchine e delle siure bon ton che asseriscono «tutti abbiamo i nostri problemi. E poi una volta venivano uno a uno, adesso ci stanno invadendo».

martedì 16 novembre 2010

Meno bamboccioni, più autonomia? Il Governo si sbrighi a fare quattro cose semplici

Gli ultimi dati sullo stato dei giovani italiani, ci raccontano di giovani sono sempre più famiglia-dipendenti e sottolineano come più è alta la dipendenza dalla famiglia di origine e meno sia la capacità di proseguire i progetti autonomamente (vedi http://www.repubblica.it/economia/2010/11/15/news/patucchi_inchiesta-9120145/?ref=HREC1-5).

giovedì 11 novembre 2010

IL 17 NOVEMBRE SCENDIAMO IN PIAZZA


Da settant’anni il 17 novembre è una data internazionale di mobilitazione degli studenti.
17 novembre 1939: centinaia di giovani cecoslovacchi che si opponevano alla guerra furono arrestati e uccisi dai nazisti. Nel 1941 alcuni gruppi di studenti in esilio, gli stessi che avrebbero poi costituito il nucleo dell'International Union of Students, decisero che il 17 novembre sarebbe diventato l'International Students Day, la giornata internazionale di mobilitazione studentesca. 
Il 17 Novembre del 1973 un carro armato abbatté il politecnico di Atene per reprimere la rivolta studentesca contro la dittatura militare.
Il 17 Novembre 1989 in Cecoslovacchia la commemorazione del '39 divenne l'inizio della rivolta contro il regime.

Anche quest’anno in Italia sfileranno diversi cortei.
A Milano il corteo partirà da Largo Cairoli alle 9.00!

La nostra presenza vogliamo farla sentire! Vogliamo far capire che noi oggi siamo studenti, ma domani saremo classe dirigente!
Dobbiamo denunciare che oggi non si investe più su di noi, anzi sentiamo continuamente parlare di tagli alla scuola, alle università e alle borse di studio.

Dobbiamo denunciare che oggi quando entriamo nel mondo del lavoro ci sentiamo calpestati… contratti di stage per mesi, contratti a tempo determinato per anni, poche garanzie, poche tutele, poco interesse.
Andiamo in piazza quest’anno rivendicando il nostro diritto allo studio, e ricordando alle classi dirigenti che la nostra formazione è la garanzia che un domani saremo all’altezza dei problemi da affrontare e sapremo trovare le soluzioni migliori!
Andiamo in piazza quest’anno rivendicando la nostra dignità di lavoratori, chiedendo di essere formati al meglio per il domani, chiedendo di avere una possibilità.

17 NOVEMBRE 2010 – PER RIVENDICARE I NOSTRI DIRITTI E COSTRUIRE IL FUTURO: http://www.youtube.com/watch?v=wGfEFwQbfyg

I responsabili del corteo Gd sono: Giuseppe Bufalino (3404606531), Andrea Esposito (3339567581), Filippo Barberis (3292162849)
>>> Scarica i materiali realizzati dai Giovani Democratici Lombardia 

martedì 2 novembre 2010

Un Predidente allo sbaraglio

I Giovani Democratici della Lombardia condannano le parole di Silvio Berlusconi secondo cui sarebbe meglio "essere appassionati di belle ragazze che gay".
"Invece di riflettere sul suo ruolo istituzionale alla luce delle ultime vicende comparse sulle prime pagine di tutte le testate gioralistiche" - dichiara Silvia Gadda, Segretaria Regionale dei Giovani Democratici - "il Premier continua imperterrito a portare avanti la sua visone di "mascolinità" con becere battute di spirito, per deviare l'attenzione degli italiani dai suoi guai personali e giudiziari. Non possiamo continuare ad essere rappresentati da un Presidente del Consiglio che non perde occasione per ricordarci la sua visione misogina del ruolo delle donne e dell'omosessualità intesa come valore negativo."
"Silvio Berlusconi nei suoi deliri di onnipotenza crede di essere il proprietario indiscusso di questo Paese" - dice Caterina Santachiara, Responsabile Diritti Civili dei GD Lombardi - "mentre si aggravano le sue situazioni giudiziarie corre ai ripari con leggi ad personam; mentre difende goffamente la famosa telefonata alla Questura di Milano a favore di una ragazza minorenne e il mondo parla allibito dei festini a base di "Bunga Bunga" si scaglia volgarmente contro gli omosessuali. Anche la sua maggioranza si sta sgretolando lentamente perchè tutti si rendono conto, apertamente o no, che è in gioco la dignità morale di tutto lo Stato."