Continua a far discutere il progetto siglato il 5 ottobre 2009 da Regione ed Esercito e fortemente sponsorizzato dai ministri Gelmini e La Russa. L’iniziativa, che prevede sei incontri addestrativi in 38 scuole secondarie superiori lombarde, ha suscitato diverse polemiche: in principio infatti il documento doveva svilupparsi lungo cinque direzioni ovvero progetti di solidarietà internazionale in collaborazione con alpini e volontariato; educazione alla salute; lettera a un caduto per la Patria; ricerca storica e progetto “Allenati alla vita”, che prevedeva lezioni teoriche con un successivo training day mirato soprattutto alla gestione delle emergenze di Protezione civile. Di tutto questo non c’è traccia, le tematiche delle lezioni, indicate sul sito delle forze armate, sono di tutt’altra natura: cultura militare, topografia ed orientamento, diritto costituzionale, armi e tiro, sopravvivenza in ambienti ostili, difesa nucleare, batteriologica e chimica, trasmissioni, bls e primo soccorso, mezzi dell’esercito e superamento ostacoli. Sulla questione sono intervenuti Sara Valmaggi e Fabio Pizzul del PD, dando voce a un gran numero di docenti e genitori in forte disaccordo con il progetto in discussione. “A fronte dei tagli inaccettabili che le scuole lombarde stanno subendo a causa delle scelte del Governo nazionale e degli altri risparmi previsti sul sistema di istruzione lombardo che si assesteranno sul 40% dei fondi disponibili, così come anticipato dal presidente Formigoni – commenta Valmaggi – riteniamo sia necessario fare chiarezza sui contenuti e sui costi del progetto “Allenati alla vita”. Un intervento nato come sperimentazione dell’Ufficio scolastico regionale per contrastare il fenomeno del bullismo, che per quest’anno scolastico pare sia degenerato in attività di stampo paramilitare, le quali ci sembra abbiano poco a che fare con l’educazione alla convivenza civile”. Della stessa opinione è Pizzul che chiosa: “Riesce difficile comprendere come un percorso così ricco e stimolante possa essere stato trasformato in una proposta con chiare derive di stampo paramilitare. C’è da augurarsi che Regione Lombardia possa far valere la sua autorevolezza per riportare il progetto nell’alveo delle positive e condivisibili intenzioni iniziali”.