<<Questo è un Paesee dove chi non si piega è considerato un ingrato, un invidioso nei confronti di chi “consapevolmente siede sulla sua fortuna”>> dichiara Marco Gnesi dei GD Lombardia. <<Come ragazze e soprattutto come ragazzi, come uomini, non possiamo accettare di vivere in un Paese che non rispetta e non considera le donne. Come donne e come uomini vogliamo tornare a respirare il profumo della dignità>>
A tal proposito, è bello condividere alcuni passi della lettera di Suor Maria Giarretta, tra le fondatrici di Casa Rut (una casa di accoglienza nel Casertano), come spunto di riflessione. Non vogliamo più dover chiedere scusa per un Paese che non rispetta le donne.
<<[...] Oggi, osservando il volto di Susan chinarsi e illuminarsi in quello del suo piccolo Francis, scelto e accolto con amore, ripensando alla sua storia, (fu costretta a prostituirsi a 16 anni, NdR) ho sentito il bisogno, come donna, come consacrata e come cittadina italiana, di chiedere perdono a Susan per l’indecoroso spettacolo a cui tutti, in questi giorni, stiamo assistendo. E non solo a Susan, ma anche alle tante donne che hanno trovato aiuto alle tante ancora schiave sulle nostre strade. Ma anche ai numerosi volontari e ai tanti giovani che insieme a noi religiose credono nel valore della persona, in particolare della donna, riconosciuta e rispettata nella sua dignità e libertà.
Sono sconcertata nell’assistere come alcuni rappresentanti del governo, eletti per cercare e fare unicamente il bene per il nostro Paese, offendano, umilino e deturpino l’immagine della donna. Inquieta vedere esercitare un potere in maniera così sfacciata e arrogante che riduce la donna a merce e dove fiumi di denaro e di promesse intrecciano corpi trasformati in oggetti di godimento.
Come non andare con la mente all’immagine di un altro “palazzo” del potere, dove circa duemila anni fa al potente di turno, incarnato nel re Erode, il Battista gridò con tutta la sua voce: "Non ti è lecito, non ti è lecito!".
Anch’io oggi, anche a nome di Susan, sento di alzare la mia voce e dire ai nostri potenti, agli Erodi di turno, non ti è lecito! Non ti è lecito offendere e umiliare la “bellezza” della donna; non ti è lecito trasformare le relazioni in merce di scambio, guidate da interessi e denaro; e soprattutto oggi non ti è lecito soffocare il cammino dei giovani nei loro desideri di autenticità, di bellezza, di trasparenza, di onesta.
Ma davanti a questo spettacolo una domanda mi rode dentro: dove sono gli uomini, dove sono i maschi? Nei loro silenzi c’è ancora troppa omertà, nascosta compiacenza e forse sottile invidia.(...)
E allora grazie a te, Susan, per aver dato voce alla mia e nostra indignazione, ora posso, come donna consacrata e come cittadina, guardarti negli occhi e insieme al piccolo Francis respirare il profumo della dignità e della libertà.>>