La riforma degli stage presentata dai Giovani Democratici comincia a farsi realtà, con una proposta di legge firmata tra gli altri da Cesare Damiano.
Finalmente più di 500mila giovani in Italia hanno una voce in Parlamento: finora gli stagisti, quasi tutti giovani e giovanissimi, non sono tutelati in nessun modo, non essendo lo stage o tirocinio formativo una forma di lavoro riconosciuta come tale. Ohggi hanno una concreta opportunità.
Le statistiche in Italia sul fenomeno stage sono a dir poco allarmanti. Secondo un sondaggio Isfol commissionato dalla Repubblica degli Stagisti un campione rappresentativo di neolaureati e neodiplomati ha fatto fino a 5 stage; oltre la metà degli stage (52,4%) non prevede alcun rimborso spese, mentre per un terzo è stato previsto un rimborso basso o molto basso: nel 14% dei casi vengono offerti meno di 250 euro netti al mese, nel 17% tra i 250 e i 500 euro al mese.
"La grande novità della riforma sarà proprio la retribuzione obbligatoria di questo “nuovo” rapporto di lavoro, che è fissata al 30% dello stipendio riconosciuto alla mansione eseguita o comunque non inferiore a 400 euro, come in Francia e in altri paesi del mondo. Inoltre sono previsti incentivi alle aziende che assumono gli stagisti/tirocinanti: infatti, se essi gli assumeranno ci sarà uno sgravio del 50% per 36 mesi sui contributi previdenziali ed assistenziali" commenta Marco Olivetti, dei GD Lombardia.
Il dibattito in commissione permetterà poi di ampliare le proposte, inserendo altri aspetti presenti nell’iniziale bozza dei GD, come ad esempio il divieto di assumere gli stagisti come “copri-buchi” in caso di malattia o gravidanza di altri dipendenti e sgravi fiscali anche per le assunzioni a tempo determinato.