Bisogna mandare messaggi chiari ai giovani, dice il viceministro Martone. Ma bisogna anche fare le cose giuste, aggiungiamo noi (e mandare messaggi veri).
Per questo vorremmo rispondere, chiaramente s'intende, alla "provocazione" rilasciata da chi, più che provocare, dovrebbe ascoltare, e soprattutto fare.
Sicuramente un giovane ha bisogno più di fatti che dichiarazioni eclatanti, dalla politica; nessun parallelo, ci dispiace, con Padoa-Schioppa: il suo linguaggio colorito si riferiva allora all'unico provvedimento in favore dei giovani che la nostra generazione ha conosciuto, un aiuto economico per poter uscire prima dalla casa dei genitori; questa volta invece, oltre al colore delle parole, non vediamo nulla. Abbiamo bisogno di ministri che affrontano i problemi, piuttosto di quelli che provano a utilizzare un po' di slang giovanile ai convegni per finire sui giornali. “Perché invece di provocare - si interroga Pietro Virtuani dell’esecutivo nazionale della RUN -, per fornire modelli chiari si dice, il viceministro non fornisce direttamente il buon esempio, dimostrandoci di essere un politico che non fa generalizzazioni, mostrando rispetto anzitutto a quegli studenti che cono sacrifici si pagano gli studi, preoccupandosi dei numerosi idonei non beneficiari (sfigati anche loro, viceministro?) di borse di studio?”
Allora facciamo così: perché invece di dare a molti di noi "degli sfigati" il viceministro non ci dimostra di essere il più cool ascoltando da noi quali sono i problemi, costruendo con noi le soluzioni, impegnandosi con il governo per investire, nella famosa fase due, in sapere e ricerca, istruzione tecnica e professionale?
Le scuole tecniche vengono da anni di forte svalutazione, come anche gli istituti professionali; ma anche l'università fatica, mancano risorse, non attrae studenti stranieri, non ha spazio per la ricerca. Noi pensiamo che sia sciocco contrapporre sapere tecnico e sapere universitario, solo rivalutando l'intero campo del sapere si può produrre miglioramento, altrimenti avremo sempre un sistema zoppo da un lato; e solo riformando il mercato del lavoro e l'accesso alle professioni i benefici possono riversarsi nella vita di tutte le persone.
“Crediamo – dichiara Bufalino Giuseppe Resp. Saperi GD Lombardia - sia opportuno non generalizzare , d’altronde il vice-ministro “ figlio di” non può sapere e conoscere i disagi degli studenti lavoratori o che durante il loro corso di studi hanno delle difficoltà che incidono sul loro diritto allo studio e alla conoscenza.
Il tema deve comunque essere preso in considerazione, ma con i fatti e partendo dalla valutazione del nostro sistema d’orientamento e della composizione dei corsi di studi con anni ultra intensi e altri con il vuoto. Caro “ figlio di “ alle provocazioni le diciamo con chiarezza che vogliamo i fatti anche valutando il tema in modo approfondito e non generalizzata”
Abbiamo fatto una provocazione, a chiedere di accompagnare con i fatti le proprie dichiarazioni? Abbiamo lanciato una proposta, nel chiedere di essere ascoltati, prima che aiuti con esempi? Non lo sappiamo, non ci interessa: sicuramente abbiamo posto un tema, che non è l'età anagrafica del conseguimento della laurea, ma i problemi di una generazione sempre più senza futuro, che noi ci preoccupiamo veramente di rappresentare.