L’emendamento al decreto “Fare”, a prima firma Marco Meloni, introduce un nuovo sistema di borse di studio in aggiunta a quello tradizionale.
Queste nuove borse di mobilità – borse di studio date a studenti particolarmente meritevoli che vogliono studiare in una regione diversa da quella di residenza – affiancandosi al sistema delle borse di studio regionale, rischiano di far sorgere più problemi rispetto a quelli che, seppur lodevolmente, vorrebbero risolvere.
Alla base della nostra perplessità vi è una valutazione di tipo etico, di cultura e strategia politica: per quale ragione uno Stato che non copre ancora la totalità delle borse di studio che dovrebbe erogare agli studenti che rientrano nei criteri individuati dallo Stato stesso, dovrebbe investire su borse di mobilità?
A nostro avviso lo studente capace e meritevole privo di mezzi non deve essere incentivato a cambiare regione per studiare, ma deve essergli fornita la possibilità di accedere ai gradi più alti d’istruzione (poi dovrà essere sua libera scelta in quale ateneo intraprendere gli studi), e nel 2013 per 60.000 studenti idonei non beneficiari (su 175.000) questo non è stato possibile. Inoltre ci lascia perplessi la scelta di utilizzare come criteri per l’assegnazione di queste borse il voto di maturità e la media universitaria senza avviare nessuna discussione e/o approfondimento in merito.
Infine, la più grande perplessità riguarda il finanziamento di queste nuove borse: i 270 milioni necessari a coprire questa spesa verranno prelevati dall’FFO (Fondo di Finanziamento Ordinario) già tagliato pochi mesi fa dal Ministro Profumo. In questo modo si rischia di instaurare una guerra tra poveri, nella fattispecie gli studenti contro gli atenei, per fondi che ad ambo le parti sono necessari al proprio sostentamento.
Chiediamo al Partito Democratico di ripensare le proprie priorià in merito al Diritto allo studio universitario, prediligendo la copertura totale della quota di studenti idonei al conseguimento della borsa, investendo in alloggi e mense universitarie (il nostro Paese è molto arretrato su questi fronti rispetto ai competitor europei) e, solo dopo aver colmato queste vergognose lacune, pensare a strumenti diversi da questi per valorizzare le capacità, i meriti ed i talenti.
Ricordiamo inoltre che le borse di studio sono già uno strumento per premiare il merito, e la Costituzione sancisce la necessità di fornire diritto allo studio ai “capaci e meritevoli privi di mezzi”, non prevede di premiare economicamente il merito in senso generale come la vulgata neo-liberista ha imposto al pensiero politico odierno, convincendo di questo anche buona parte della sinistra europea.
Pierluigi Costelli, Responsabile Università GD Lombardia
Marco Bonomelli, Responsabile Università GD Bergamo
Chiara Zappa, Responsabile Università GD Brescia
Angelo Turco, Segretario Circolo Universitario “Greppi” GD Milano
Matteo Pedrazzoli, Responsabile Università GD Pavia