giovedì 1 agosto 2013

Università, GD Lombardia: le nostre perplessità sull’art. 59 bis del decreto “Fare”


L’emendamento al decreto “Fare”, a prima firma Marco Meloni, introduce un nuovo sistema di borse di studio in aggiunta a quello tradizionale.
Queste nuove borse di mobilità – borse di studio date a studenti particolarmente meritevoli che vogliono studiare in una regione diversa da quella di residenza – affiancandosi al sistema delle borse di studio regionale, rischiano di far sorgere più problemi rispetto a quelli che, seppur lodevolmente, vorrebbero risolvere.
Alla base della nostra perplessità vi è una valutazione di tipo etico, di cultura e strategia politica: per quale ragione uno Stato che non copre ancora la totalità delle borse di studio che dovrebbe erogare agli studenti che rientrano nei criteri individuati dallo Stato stesso, dovrebbe investire su borse di mobilità?
A nostro avviso lo studente capace e meritevole privo di mezzi non deve essere incentivato a cambiare regione per studiare, ma deve essergli fornita la possibilità di accedere ai gradi più alti d’istruzione (poi dovrà essere sua libera scelta in quale ateneo intraprendere gli studi), e nel 2013 per 60.000 studenti idonei non beneficiari (su 175.000) questo non è stato possibile. Inoltre ci lascia perplessi la scelta di utilizzare come criteri per l’assegnazione di queste borse il voto di maturità e la media universitaria senza avviare nessuna discussione e/o approfondimento in merito.
Infine, la più grande perplessità riguarda il finanziamento di queste nuove borse: i 270 milioni necessari a coprire questa spesa verranno prelevati dall’FFO (Fondo di Finanziamento Ordinario) già tagliato pochi mesi fa dal Ministro Profumo. In questo modo si rischia di instaurare una guerra tra poveri, nella fattispecie gli studenti contro gli atenei, per fondi che ad ambo le parti sono necessari al proprio sostentamento.
Chiediamo al Partito Democratico di ripensare le proprie priorià in merito al Diritto allo studio universitario, prediligendo la copertura totale della quota di studenti idonei al conseguimento della borsa, investendo in alloggi e mense universitarie (il nostro Paese è molto arretrato su questi fronti rispetto ai competitor europei) e, solo dopo aver colmato queste vergognose lacune, pensare a strumenti diversi da questi per valorizzare le capacità, i meriti ed i talenti.
Ricordiamo inoltre che le borse di studio sono già uno strumento per premiare il merito, e la Costituzione sancisce la necessità di fornire diritto allo studio ai “capaci e meritevoli privi di mezzi”, non prevede di premiare economicamente il merito in senso generale come la vulgata neo-liberista ha imposto al pensiero politico odierno, convincendo di questo anche buona parte della sinistra europea.
Pierluigi Costelli, Responsabile Università GD Lombardia Marco Bonomelli, Responsabile Università GD Bergamo Chiara Zappa, Responsabile Università GD Brescia Angelo Turco, Segretario Circolo Universitario “Greppi” GD Milano Matteo Pedrazzoli, Responsabile Università GD Pavia

martedì 2 luglio 2013

Risposta al Movimento dei Giovani Padani



Caro Direttore,
ci troviamo costretti ad intervenire e far sentire la nostra voce a seguito di alcune esternazioni ed immagini dei Giovani Padani che, se da una parte probabilmente non meriterebbero alcuna risposta, dall'altra risultano tanto gravi e fuori luogo da non poter esser lasciate correre.
Solo poche parole - dunque - per affermare che se è sconcerto il sentimento che certe dichiarazioni provocano, indipendentemente dalla fazione politica da cui provengono, profonda è l’amarezza per la consapevolezza che siano stati dei giovani a pronunciarle e pensarle.
Siamo infatti noi, le generazioni che studiano e approfondiscono le loro conoscenze con il progetto Erasmus, che scoprono le bellezze del continente con l’Interrail, che sentono le difficoltà di un Paese membro come qualcosa di vicino, che credono che la crisi di questi anni trovi una via d’uscita solo con un radicale cambiamento culturale e politico dell’Europa. Siamo noi che vediamo gli anni prima della caduta del Muro come una triste storia lontana ed irripetibile, siamo noi la speranza ed il futuro di quest’Europa dalle grandi potenzialità.
Europa di cui non vogliamo nascondere le lacune ed i numerosi problemi, ma che - anzi - vogliamo affrontare e risolvere con lo sguardo volto in avanti. Perché solo così si potrà arrivare a togliere quel cartello di “work in progress” che da troppo tempo caratterizza l’Europa, raggiungendo il difficile – ma imprescindibile – traguardo di una vera Europa Unita.
L’Europa non è dunque il nemico, ma LA sfida, dalla buona riuscita della quale usciremmo tutti vincitori.
Ci dispiace, dunque, per la triste provocazione mal riuscita.
Questo ci fa continuare a credere nella battaglia che porteremo avanti per gli Stati Uniti d’Europa.

Giovani Democratici della Lombardia

sabato 29 giugno 2013

Milano Pride 2013

La generazione dei “ragazzi del 2000” ha il grande compito di sconfiggere un grave problema sociale: l’omofobia.
Purtroppo il parlamento Italiano è stato deficitario nell’approvare una legge specifica per gli atti di omofobia, e ogni giorno in Italia vi sono atti omofobici di violenza fisica e psicologica.
Vittime della discriminazione e del bullismo sono anche adolescenti che molto spesso hanno grosse difficoltà nel superare tali vessazioni e in qualche tragica situazione si sono anche tolti la vita.
Finalmente quest’anno la manifestazione Gay Pride nazionale ha visto il riconoscimento da parte del minstro delle pari opportunità e la sua partecipazione.
La vicinanza dei Giovani Democratici è rivolta a tutta la comunità LGBT che ancora oggi è discriminata in Italia, a cui non sono riconosciuti diritti, anzi a livello legislativo non è previsto alcun reato penale particolare o nessuna aggravante a chi incita all’odio e alla violenza contro le persone omosessuali o transessuali e a chi si macchia di tali crimini.
Per questi motivi i Giovani Democratici della Lombardia aderiscono alla tappa lombarda del Gay Pride che sarà a Milano Sabato 29 giugno 2013.

Andrea Esposito, segretario dei Giovani Democratici Lombardi
Elena Madama, responsabile diritti civili e pari oppurtunità

mercoledì 24 aprile 2013

GENERAZIONE PD


Siamo una generazione nata politicamente con il Partito Democratico.
Siamo quelli che oggi, insieme a tanti militanti, fanno vivere il Partito Democratico; quel progetto di Partito Democratico in cui abbiamo sempre creduto e in cui crediamo oggi.

Usciamo da questi giorni sgomenti e delusi di fronte ai troppi errori della nostra classe dirigente. Non abbiamo condiviso il metodo con cui sono state affrontate decisioni fondamentali, non tanto per il PD, quanto per il Paese. Di questi errori Bersani si è assunto la responsabilità e le sue dimissioni aprono la strada ad un cambio di passo.

Il nostro essere democratici, il nostro dirci Partito Democratico, ci fa convincere che la vita del Partito non dipende dalla vita politica dei suoi dirigenti. Noi il Partito lo teniamo vivo tutti i giorni nelle nostre città, nelle scuole, nelle università e nei luoghi di lavoro. Da qui ripartiamo per spingere il PD a discutere fino in fondo dei temi sociali e delle possibili soluzioni ai problemi che attraversano l’Italia e l’Europa, per poi darsi una carta di identità chiara e riconoscibile. È su questo che dobbiamo generare un Partito che è ancora in fase embrionale e non sulle divisioni personalistiche.
Solo così potremo cambiare passo. Solo così permetteremo che il PD sia unito, nonostante “dall’alto”, troppo spesso in questi giorni, vengano minacciate scissioni e ripensamenti.

Il nostro essere giovani non ci dà di per sé il diritto di pretendere qualcosa, ma l’essere generazione PD ci fa sentire il dovere di essere protagonisti di questo cambiamento. Non ci tireremo indietro di fronte alla necessità di cambiare classe dirigente, anzi, lavoreremo ancora con più forza per dire basta a logiche malate e a tatticismi inconcludenti.

Noi ci siamo, con i nostri progetti e la nostra voglia di continuare a coinvolgere la nostra generazione. Perché il progetto del Partito Democratico è troppo importante per essere distrutto in pochi giorni. Perché la Politica è una cosa seria e noi vogliamo dimostrarlo.

venerdì 8 marzo 2013

8 Marzo.. Stop Femminicidio!


L'8 marzo è la festa della donna,e noi Giovani Democratiche crediamo che sia fondamentale festeggiare questo giorno che non deve limitarsi ad una banale ricorrenza. Ancora oggi nel 2013 le donne sono oggetto di soprusi.Ci auguriamo che al più presto anche in Italia sia approvata una legge contro la violenza di genere che condanni il terribile fenomeno del femminicidio. Solo con questa legge l'Italia può dimostrare di essere sul piano della difesa delle donne uno stato civile. In Italia ogni 3 giorni una donna muore per femminicidio. Noi Giovani Democratiche crediamo che sia fondamentale la prevenzione del fenomeno, soprattutto potenziando la rete delle case rifugio che garantiscono in Italia 500 posti, quando l'Ue ci suggerisce almeno 5700 posti.

Elena Madama resp. pari opportunità Gd lombardia
Mariateresa Santaguida resp. pari opportunità Gd Milano
Vanessa Tullo resp pari opportunità Gd Brescia
Laura Tagliaferri resp formazione Gd lombardia e Gd Lodi
Irene Zappalà segretaria provinciale Gd Monza e Brianza
Clara Colombo Gd Bergamo
Lucia Gallo Gd Como